"Spendevo fra i 1.800 e i 2mila euro al mese per l’energia elettrica, ora pago fra i 3.200 e i 3.400 euro". È la testimonianza di Stefano Bottai, titolare del forno "Amici del Pane" di via Andrea da Pontedera, in zona Soffiano. Un negozio sano e con tanti clienti affezionati che però si trova, come tutti gli altri, a fare i conti con gli aumenti. Com’è la situazione?
"Dall’inizio della guerra fino ad aprile le bollette sono raddoppiate. Poi, nell’ultimo mese, c’è stato per fortuna un ridimensionamento. La speranza è che la situazione attuale persista".
Quali sono le conseguenze? "Ho la fortuna di avere un’azienda sana che sta riuscendo ad affrontare bene anche questo momento. In più lavoro direttamente con le materie prime, comprandole dai produttori. Si tratta di prodotti che hanno alle spalle un ridotto numero di passaggi e di intermediari: questo aiuta a contenere i rincari, ma la situazione resta complessa. I margini di guadagno sono ridotti, così come i possibili investimenti. C’è chi, per lavorare, sta ricorrendo alle banche e chi ha già chiuso. Aziende che magari erano già un po’ in difficoltà rischiano di non sopravvivere". Avete aumentato i prezzi?
"Solo l’indispensabile: spendo complessivamente il 30-40% in più dello scorso anno, ma i prezzi ai clienti sono stati ritoccati del 20%".
Cosa servirebbe?
"Prima di tutto più ascolto nei nostri confronti. Le decisioni vengono prese senza consultare i diretti interessati e senza capirne le conseguenze. Il contesto internazionale non è semplice, ma il confronto aiuterebbe tutti".
Lisa Ciardi