
Un momento dell'inaugurazione
Firenze, 2 gennaio 2016 - La sede del consiglio regionale avrà un nuovo nome, Palazzo del Pegaso, dal simbolo della Regione Toscana, e un percorso museale gratuito.
Palazzo Panciatichi, in via Cavour 2-4, ha inaugurato oggi i due spazi dedicati alle visite, uno permanente (le quattro sale al primo piano) e uno temporaneo, che oggi ospita la mostra "Firenze 1565 della magnificenza civile, gli apparati per le nozze di Francesco de' Medici e Giovanna d'Austria" . La prima visita è stata guidata dallo stesso presidente del consiglio regionale, Eugenio Giani, ma tutti i cittadini potranno conoscere il palazzo entrando gratuitamente nei giorni feriali, dalle 10 alle 12 (basta registrarsi all’entrata). Al primo piano di palazzo Panciatichi-Covoni-Capponi troveremo anche dieci grandi pannelli, corredati da un ‘touchscreen’ con tutte le fonti. Gli apparati didattici raccontano la Toscana premoderna, il periodo etrusco, romano e medievale. La sala adiacente è dedicata a Paolo Barile, ma tutti la chiamano sala del Pegaso, per la riproduzione della medaglia esposta al Bargello, voluta dal Cardinale Pietro Bembo e forse coniata da Benvenuto Cellini.
Il caminetto in stile ‘francese’, con marmi policromi ed uno specchio appoggiato sopra la mensola, è un vero gioiello, ma è anche un amplificatore di suoni, per ascoltare segretamente le conversazioni da una stanza attigua. Fu realizzato nel 1742 da Luigi Orlandi e Carlo Socci, insieme agli affreschi, che coprono interamente le pareti. Nello stesso anno Orlandi realizzò la Cappellina privata. Contro il fondo di marmo giallo di Siena si staglia il piano bianco dell’altare. Al centro della volta l’affresco ‘Trinità in gloria’ di Vincenzo Meucci, che nel 1748 ultimò anche gli affreschi della Galleria Dipinta. Sulla volta policroma sono rappresentati divinità, muse, personificazioni allegoriche: Plutone, accompagnato da Cerbero e dalla sposa Proserpina, con Bacco contornato dai satiri mentre assaggia un grappolo d’uva. Nella Cappella Capponi è affisso un ritratto di Cosimo I de’Medici.
"Vogliamo che queste stanze raccontino la storia toscana dal 1555 ai nostri giorni, con al centro il padre della Toscana moderna – ha sottolineato il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani – Dal 1555 al 2015, dopo 460 anni di storia moderna, siamo sostanzialmente la stessa regione". Il matrimonio tra Francesco de’ Medici e Giovanna d’Austria, avvenuto il 18 dicembre 1565, segnò l’ingresso della Toscana nel novero delle Nazioni europee. Furono nozze magnifiche e trionfali, così come le feste volute da Cosimo I, che durarono mesi. Tale evento, essendo riuscito Cosimo a far sposare il figlio a un’appartenente alla casa d’Asburgo in Austria, consentì ai Medici di diventare una dinastia continentale. Quindi le nozze vennero allestite alla perfezione. Furono realizzate grandiose scenografie in tutta la città, a partire da Santa Maria del Fiore, dove il matrimonio fu celebrato. Accanto ad esse vennero tuttavia realizzate anche delle opere permanenti, come il Corridoio vasariano e gli affreschi nel Cortile del Michelozzo in Palazzo Vecchio, che modificarono il volto alla città.
"Prima ad allargare il granducato – spiega Giani - con Piombino, poi con lo stato dei presidi con i possedimenti delle isole, infine, nel 1848 con la repubblica lucchese. Quando poi il Granducato di Toscana entrò nel nuovo stato italiano, dopo dieci anni furono conferiti anche i nuovi territori che fino a quel momento erano stati degli Estensi, ossia l’attuale provincia di Massa. Tutto questo nasce proprio con il matrimonio che oggi ricordiamo con questa mostra temporanea".