Firenze, 22 aprile 2025 – Aldo Ciarletta porterà sempre nel suo cuore quell’inatteso incontro di dieci anni fa con Papa Francesco: “Ci scambiammo un augurio veloce, poi il Santo Padre mi strinse la mano e mi abbracciò calorosamente, come un padre stringe forte a sè il figlio prediletto”. Classe 1947, sottufficiale dei carabinieri in pensione (e cavaliere al merito della Repubblica Italiana), Ciarletta da 30 anni è un volontario della Misericordia di Firenze.

Racconta l’episodio di cui è stato protagonista il 10 novembre del 2015 (“erano le 10,30”) con la voce rotta dall’emozione “perché avvenne in un momento particolarmente faticoso della mia malattia”. Il ’maresciallo’ – così viene chiamato da chi lo conosce – da molti anni è costretto a vivere su una sedia a rotelle a causa della sclerosi multipla. Ma, nonostante la vita segnata dal dolore, non si è mai arreso.

Papa Francesco, le foto della messa allo stadio Franchi di Firenze (New Press Photo)
Anzi, dal momento in cui gli è stata diagnosticata la sua grave patologia ha deciso di affrontare la vita sempre col sorriso sulle labbra e infondendo forza agli altri. In quel novembre del 2015 Francesco arrivò a Firenze sia per una visita pastorale che per partecipare al V Convegno Ecclesiale nazionale: “Appena uscì da Santa Maria del Fiore, accompagnato dall’allora arcivescovo Giuseppe Betori, salì subito sulla papamobile per sfilare nelle vie del centro, ma passando davanti alla sede della Misericordia in piazza San Giovanni, vedendo me e altri quattro disabili sul suo percorso chiese all’autista di fermare il mezzo, quindi scese e si diresse verso di me”. Aldo, nonostante la sua malattia invalidante riuscì ad alzarsi in piedi, e il Santo Padre, “quasi avesse timore che potessi cadere” gli diede la mano e poi un abbraccio, seguiti dalla benedizione. Un vis a vis fugace, durato pochi minuti o forse pochi secondi, ma che il maresciallo porta impresso nella sua mente “come se mi fosse stato marchiato col fuoco”.
Ciarletta non dimentica, poi, la gioia di tutti i confratelli della Misericordia “che mi dissero: “Sei stato toccato dalla santità“. Da quel giorno ho sempre sentito Francesco accanto a me, soprattutto nelle ore più difficili della malattia”. Ieri, non appena la notizia della morte del Santo Padre è stata resa pubblica, “sono stato colto da tanto sconforto, da incredulità. E ho iniziato a pregare, insieme alla mia famiglia. Il nostro Pastore ci lascia una grande eredità fatta di amore, di accoglienza, di perdono”, dice. Nella sua vita, Aldo ha collezionato tanti successi e tanti traguardi, ma in una ipotetica classifica delle “cose belle che mi sono capitate”, di certo l’incontro col Papa “lo metto al primo posto per quello che mi ha trasmesso, per quella composta compassione che ha dimostrato nei confronti dei più fragili, degli ultimi”.
E se ripensa “alla fortuna che ho avuto” dieci anni fa “ancora tremo per la gioia. Anche se ora il dolore ha preso il sopravvento. Perché questa grave perdita è paragonabile a quello che si prova quando una persona cara o un parente stretto tornano alla casa del Padre”.