Firenze, 12 gennaio 2025 – “Poeri dollarucci! L’ho lasciati un monte di tempo pe’ conto suo, l’è facile ora si sentano avvillihi”. Paperon de’Paperoni che abbraccia uno dei sacchi pieni di dollari che abbondano nel suo deposito non è un fatto strano. Che lo faccia parlando in fiorentino è più sorprendente. In realtà, nella storia che apre il numero 3608 in edicola mercoledì 15 gennaio (“Zio Paperone e il PdP 6000“) i personaggi disneyani parlano anche milanese, napoletano e catanese a seconda della versione in vendita nella relativa area linguistica, mentre nel resto d’Italia verrà distribuita la versione in italiano. Così, in occasione della Giornata Nazionale del dialetto e delle lingue locali, che si celebrerà il 17 gennaio, “Topolino“ (il popolare settimanale edito da Panini Comics) rende omaggio alla ricchezza linguistica italiana con questo progetto speciale.
Tornando alla versione fiorentina, la storia a fumetti è infarcita di “t“ e “c“ aspirate, di rotacismi di “l“ più consonante (“vorta“ invece di “volta“; “quarche“ invece di “qualche“), di cancellazioni della “v“ (“laorino“ invece di “lavorino“; “s’avea“, invece di “si aveva“) e via dicendo. Non mancano i proverbi: “L’è meglio avé paura che buscanne” dice Paperone.
La storia (scritta da Niccolò Testi per i disegni di Alessandro Perina) parte dal classico tema della difesa del deposito di Paperone dagli assalti della Banda Bassotti. Archimede Pitagorico inventa per questo un particolare antifurto che chiama “PdP 6000“. "O che nome a bischero l’è codesto?”, esclama Paperone. «Unn’è a bischero - replica Archimede - Seimila l’è i’ numerod elle birbonate che le partano a seconda di’ pericolo». A questo punto Archimede mostra il funzionamento dell’antifurto e convince il rocco zio di Paperino: “Quest’aggeggio l’è proprio una ganzata”. Riusciranno i birboni della situazione (i Bassotti, ovviamente) a violare il deposito di Paperone aggirando la protezione del mirabolante antifurto di Archimede? Lasciamo ai lettori della Toscana (o a chi online sceglierà questa versione) il piacere di scoprirlo, ovviamente in fiorentino. L’operazione è divertente,ma ha anche una valenza culurale visto che ha impegnato un team di linguisti, coordinato da Riccardo Regis, professore ordinario di linguistica italiana dell’Università degli Studi di Torino, esperto di dialettologia italiana. Per la versione fiorentina l’esperto scelto è Neri Binazzi, che insegna dialettologia e sociolinguistica all’Università di Firenze e coordina il progetto “Vocabolario del fiorentino contemporaneo“.
E’ lui a spiegare al lettore i punti essenziali della traduzione dall’italiano al fiorentino. "Le soluzioni grafiche che si sono adottate si propongono di documentare alcune caratteristiche della grammatica fiorentina senza appesantire la lettura del testo”, spiega Binazzi. Oltre a far parte di un’operazione linguistica, la storia in fiorentino può anche essere letta come un omaggio al rapporto tra i fumetti Disney e Firenze, culla della lingua italiana. Proprio nel capoluogo toscano, il 31 dicembre 1932 è stato pubblicato il primo numero del settimanale “Topolino“, grazie all’editore Nerbini. Ma ora basta chiacchiere, è il momento di principiare a leggere “Zio Paperone e il PdP 6000“.