di Marianna Grazi
Come suona la musica lirica nei fumetti? Il genio di Giacomo Puccini, a cento anni dalla scomparsa, rivive in PaperPuccini. La storia del piccolo Giacomo, edito da Giunti Editore, con i classici personaggi Disney che rendono, a modo loro, omaggio al genio e al talento del compositore. Tra questi ce n’è uno speciale, inedito: il maestro Andrea Bocelli, nella storia spalla di Topolino nell’avventuroso viaggio nel tempo, diventato per l’occasione Andrea Vocelli. Uno dei tanti giochi di parole che, racconta Augusto Macchetto (sceneggiatore Disney) impreziosiscono questo fumetto. L’autore, insieme a Veronica Dilisio, direttrice divisione Disney Giunti Editore, a Michela Frare (illustratrice) e Andrea Cagol (colorista), formano il dream team di PaperPuccini, presentato ieri alla libreria Giunti Odeon di Firenze. In sala ci sono decine di bambine e bambini, incantati alla vista di Paperino e degli altri protagonisti delle storie Disney.
Presente anche il tenore, che racconta le ragioni che l’hanno spinto a partecipare al progetto: "È stato curioso, l’ho fatto volentieri perché è sempre un onore parlare di Puccini, soprattutto ai ragazzi. È importantissimo far conoscere loro quella musica lontana da quella di oggi, che però è musica dell’anima, dello spirito". Intervistato dalla direttrice di QN, La Nazione, il Resto del Carlino, Il Giorno e Luce!, Agnese Pini, Bocelli racconta la magia che ha vissuto da piccolo grazie alla lirica e alle opere dei grandi compositori, come il lucchese: "Mia mamma diceva che quando sentivo musica smettevo di piangere. Così mettevano dischi d’opera, perché queste grandi voci mi facevano stare tranquillo. E hanno formato la mia passione".
Oggi la musica è ben diversa: come si fa a far arrivare al cuore di tutti, compresi i bambini, la lirica? Per il maestro le opere di Puccini sono "storie di grande attualità. Chi vede La Bohème vede una storia avvincente, di vita quotidiana, di giovani innamorati. Lo stesso per Tosca, una storia d’amore drammatica ma anche di politica. Storie che appassionano. E la musica di Puccini fa sgorgare lacrime". Qui si sofferma a raccontare un aneddoto: "Io, ragazzo di campagna educato a non piangere, l’ascoltavo di notte da solo, per non farmi vedere".
Trent’anni di carriera ("In realtà solo tre", scherza), successi in tutto il mondo, il tenore rivela l’opera del compositore che più ama: "Se ne devo scegliere una in particolare, allora quando ho registrato Turandot con il maestro Zubin Mehta, a Valencia, nel teatro recentemente passato alla cronaca per l’alluvione".
E infine, omaggiato anche di una tavola originale che lo ritrae in versione Vocelli, invita a leggere PaperPuccini per scoprire, divertendosi, l’infanzia del grande artista toscano e consiglia "di sentire l’opera a teatro: lì di casa, lì se ne percepisce la grandezza. Per mettere in scena un’opera non bastano mille anni di studio".