FIRENZEAvvocati al lavoro contro i provvedimenti con cui l’Inps ha sospeso l’erogazione delle pensioni dei “quota 100“ titolari anche di collaborazioni sportive. Forti di una sentenza della Corte Costituzionale che “tutela“ le collaborazioni occasionali sotto i 5mila euro annui, ma emessa quando ancora non esistevano i “co.co.co. sportivi“, i legali come Marco Checcucci stanno preparando i ricorsi contro queste "situazioni paradossali". "Istruttori, tecnici che magari prendono 200/300 euro al mese si sono visti richiedere indietro l’intera pensione percepita, per cifre che mediamente si aggirano attorno ai 35/40mila euro all’anno, a decorrere dal 2023, anno di entrata in vigore della riforma sportiva - dice Checcucci -. Qualcuno si è sentito male quando ha visto gli importi che dovrebbe rendere, tenuto conto che il lavoro sportivo prestato dai pensionati è quasi volontariato, basti pensare che ad oggi i volontari possono percepire sino a 400 euro al mese di rimborso spese forfettario". Ancora Checcucci: "In tutti i casi da me riscontrati, infatti, ma anche confrontandomi con altri colleghi, il ricalcolo grava su tesserati che in nessun caso percepiscono per l’attività sportiva più di 5mila euro annui. Questa situazione stride anche con la norma citata, che fa salve le collaborazioni occasionali entro i 5mila euro annui. Quindi i compensi percepiti per le collaborazioni occasionali entro i 5mila euro sono cumulabili con la pensione, ma le collaborazioni continuative entro quella stessa soglia no. Tale scelta risulta assai irragionevole".
ste.bro.