Chiara Ottaviani
Cronaca

Il miraggio di un parcheggio, Careggi e l’odissea dei pazienti: ansia, multe e rischio cardiopalma

Tutti in fila per l’area di sosta a pagamento, ma le code per accedere sono infinite. E nei posti auto liberi c’è la tagliola del disco orario: chi sgarra se la vede con il carro attrezzi

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Il serpentone di macchine che si dirige all’ospedale Careggi

Firenze, 20 novembre 2024 – L’odissea della ricerca di un parcheggio a Firenze non risparmia neanche coloro che si recano all’ospedale. Arrivare a Careggi, il principale ospedale della città, è diventato un vero e proprio percorso a ostacoli, sia per i pazienti che per i loro familiari. La sfida inizia già nel momento in cui si deve affrontare il caos del traffico per arrivare a fare le analisi del sangue. Una volta giunti a destinazione, ci si trova ad affrontare una vera e propria caccia al parcheggio.

Le opzioni sono due: percorrere viale Gaetano Pieraccini, mettersi in coda e sperare di trovare un posto nel parcheggio a pagamento, oppure entrare da via delle Oblate e tentare la sorte con un parcheggio gratuito, che offre solo due ore di sosta, ma richiede l’utilizzo del disco orario. Entrambi i percorsi sembrerebbero relativamente semplici, ma la realtà è ben diversa. Al momento dell’arrivo la situazione è più o meno sempre la stessa, un serpentone di macchine che girano in tondo o che sostano in doppia fila, nella speranza di accaparrarsi il primo posto libero. Nella migliore delle ipotesi la ricerca impiega una ventina di minuti, nei casi più estremi, anche un’ora.

Ma i problemi non finiscono qui. Una volta conquistato un posto il paziente, o chi lo accompagna, deve percorrere un ulteriore tratto a piedi per raggiungere il padiglione corretto. La situazione si complica ulteriormente per chi ha bisogno di assistenza sanitaria urgente, per le donne incinte, gli anziani o coloro che hanno limitazioni nella mobilità.

Che sia un giorno di routine o un momento di crisi, la speranza di trovare un parcheggio vicino all’ingresso dell’ospedale si rivela spesso un miraggio. Chi ha la fortuna di trovare un’area di sosta libera deve affrontare subito la seconda ansia della giornata: lasciare il paziente all’ingresso e dover riprendere la frenetica ricerca di un posto in zone non sempre facilmente accessibili e comunque non vicine.

Nel caso in cui un parcheggio proprio non si trovi la macchina viene lasciata lungo la strada, sui marciapiedi o in seconda fila. Allora la costante preoccupazione di dover correre all’auto per evitare una multa, o, peggio ancora, di tornare e trovarla rimossa dal carro attrezzi, contribuisce a creare un contesto ancora più stressante.Nella dinamica del parcheggio gratuito il disco orario sembra invece essere il giudice crudele del destino degli automobilisti.

Per chi non lo ha, si dimentica di metterlo, o resta in ospedale più del tempo previsto, il rischio di incorrere in una multa è sempre dietro l’angolo.

Questo è particolarmente frustrante in un ambiente, quale quello ospedaliero, dove i pensieri e le preoccupazioni di chi guida sono comprensibilmente orientati ad altro.

Per quanto riguarda le zone a pagamento non si prospettano condizioni migliori.

Sebbene i costi siano relativamente contenuti – un massimo di 4 euro per un biglietto giornaliero – le file di automobili che attendono di entrare possono facilmente trasformarsi in un interminabile gioco d’azzardo. E trovare un posto libero può essere una missione impossibile, aggiungendo ulteriori tasselli di ansia a una situazione già di per sé complessa.

E non dimentichiamo la lunga camminata che attende i pazienti, anche in questo caso, fino all’ingresso dell’ospedale. Le difficoltà quotidiane legate al parcheggio presso l’ospedale di Careggi non sono un problema puramente pratico, ma richiamano un’attenzione crescente tra cittadini e istituzioni. Ci si interroga su una tematica che non può essere secondaria: il diritto di accedere facilmente all’ospedale, andando oltre la semplice disponibilità di posti auto. Ma garantendo a pazienti e familiari un’esperienza meno stressante e più dignitosa.

La salute dei cittadini merita di essere tutelata non solo all’interno delle mura ospedaliere, ma anche in ogni fase del loro percorso, fin dal momento in cui si avvicinano alla struttura.