Cittadella della Fiorentina e ora anche sito archeologico, con tanto di reperti romani in mostra per tutti. La scoperta degli insediamenti antichi, che vanno dal periodo Villanoviano fino alla nascita della Florentia romana, è stata presentata ieri al Viola Park, nel corso di un convegno al quale è intervenuta dalla America anche Catherine Commisso, Mediacom Group vice presidente administration, insieme ad Alessandro Ferrari, general manager Acf Fiorentina, in collegamento Marco Casamonti progettista Viola Park-Archea Associati), Francesco Pignotti sindaco Bagno a Ripoli, Antonella Ranaldi soprintendente, Piero Pruneti direttore Archeologia Viva (Giunti editore), Pierluigi Giroldini funzionario e archeologo della Soprintendenza.
L’iniziativa, condotta da Giulia Pruneti, è stata organizzata proprio da Archeologia Viva, che in un’edizione della rivista ha illustrato l’intera scoperta.
Come spiegato al Viola Park, in mezzo e sotto al centro sportivo sono stati rinvenuti una fattoria romana, una strada e una necropoli con 170 tombe. La storia emersa durante la costruzione della “cittadella“ ci racconta che lì era presente almeno dall’VIII sec. a.C., una comunità villanoviana, che precedette la cultura etrusca, testimoniata da sei tombe a pozzetto, con le ceneri dei defunti deposte in vasi di terracotta e oggetti di corredo, fra cui fibule in bronzo per vestiti. Alcuni resti poi mostrano una continuità di vita in piena epoca etrusca. Tuttavia è con l’età imperiale, tra fine I sec. a.C. e II sec. d.C., che la zona conosce un’esplosione di testimonianze: viene fondata una fattoria e realizzata una strada, che taglia tutta l’area del Viola Park da sud-ovest (lato Bagno a Ripoli) a nord-est (verso il Girone). Attorno sorge una necropoli utilizzata fino al V sec. d.C. circa, alla quale col tempo si affiancherà un altro gruppo di tombe, per un totale di 168 deposizioni.
Casamonti ha ricordato che le indagini preliminari alla costruzione del Viola Park sono durate un anno e costate circa due milioni, sostenute dalla Fiorentina, con lavori condotti in grande collaborazione con la Soprintendenza e gli archeologici incaricati. Di epoca romana abbiamo lucerne, specchi, spilloni e aghi per capelli, pettini in osso, orecchini d’oro, probabilmente di una fanciulla morta prima del tempo, pedine e dadi, segno della passione per i giochi diffusi tra i romani, così come raffinati balsamari di vetro. La Fiorentina si è resa disponibile ora a dedicare uno spazio nel Viola Park per l’esposizione di parte dei reperti ritrovati.