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Luca Parmitano, l’astronauta italiano dell’Esa (Agenzia spaziale europea)
CAMPI BISENZIO (Firenze)
"Le sensazioni di vivere e camminare nello spazio? Quanto tempo abbiamo? Perché servirebbero almeno 366 giorni, ovvero il tempo che ho trascorso là, per spiegare in maniera accurata il significato di vivere nello spazio. Che poi sono le stesse sensazioni ed emozioni che si provano nella vita, soltanto trasformate in un contesto che è completamente diverso da quello terrestre". Parola di Luca Parmitano, l’astronauta italiano dell’Esa (Agenzia spaziale europea), ieri per la prima volta in visita allo stabilimento Leonardo di Campi Bisenzio, eccellenza mondiale nei settori spazio ed elettronica.
L’astronauta, accompagnato da Massimo Claudio Comparini, managing director della divisione Spazio dell’azienda, ha fatto il tour del sito fra strumenti iperspettrali, ’fulminometro’, sensori di assetto, la futura camera termovuoto (per riprodurre l’ambiente spaziale) e il progetto di scuola post diploma Its.
La sua prima volta alla Leonardo, cosa ne pensa?
"So che è una parola abusata ma questa è una vera eccellenza italiana. Ho visto l’eccellenza nei prodotti e nelle persone. Mi ha dato gioia vedere il livello di qualità, di impegno e di intensità di coloro che ci lavorano, il desiderio di far bene è comune a tutti. E anche il progetto di scuola post-diploma specializzata che sta per partire sarà un’eccellenza. Credo che a livello di filiera, in Italia, possiamo essere molto contenti delle prospettive. Le nostre scuole tecniche sono molto avanzate, gli studenti possono venire in luoghi come questi per specializzarsi".
Come giudica l’Italia dal punto di vista dell’impegno per il settore spazio?
"Siamo uno dei pochi Paesi al mondo che ha un sistema politico che supporta l’industria aerospaziale. Nello spazio c’è l’opportunità per l’Italia di crescere ulteriormente nella propria leadership. Ho avuto modo di parlarne con il ministro Crosetto: credo ci sia la volontà dell’Italia di essere trainante per il sistema Paese e per l’Europa".
Cosa pensa del progetto di uno Scudo spaziale europeo, rilanciato in questi giorni dal commissario europeo per la Difesa, Andrius Kubilius?
"Non ha nulla a che vedere con la militarizzazione dello spazio. Parlerei di utilizzo dello spazio per gli scopi della difesa, che non è una novità. È un utilizzo di risorse".
E questa corsa dei privati alla ’conquista’ dello spazio?
"Le imprese private hanno portato una tecnologia, hanno creato una forte innovazione in una spinta in positivo, oggi abbiamo delle tecnologie che prima non esistevano. Deve essere uno sprone. Non si deve lasciare tutto ai privati, come Agenzia spaziale europea abbiamo una nostra responsabilità in particolare quella di portare i valori europei, portare l’uso pacifico dello spazio, la collaborazione, la cooperazione, scienza, tecnologia europea nello spazio".
Secondo lei quale sarà la prossima impresa spaziale?
"Ciò che è pensabile è fattibile, l’esplorazione spaziale è un concetto aperto, già andare fuori dall’atmosfera è stato un passaggio esplorativo. La prossima impresa? In questo momento c’è una fortissima spinta per andare sulla Luna, poi ci sarà altro".
E lei che impresa sogna?
"La prossima! Il bello dello spazio è che gli orizzonti sono infiniti".
Da bambino sognava di fare l’astronauta?
"Assolutamente sì".
È un grande appassionato di fantascienza: il suo scrittore preferito?
"Sono cresciuto con i libri di Isaac Asimov che ha il merito di aver reinventato la fantascienza in termini di sociologia. Negli anni Novanta mi sono appassionato a Dan Simmons, autore di interessanti saghe fantascientifiche. Oggi mi piace molto l’afroamericana Nora Keita Jemisin".