
di Paola Fichera
"Tutti chiusi". "No. Solo i commercianti". "Chi produce può stare aperto". "Quindi gli artigiani sì?". Venerdì Santo di pandemia in zona rossa, ore 12: scoppia il caos. A scatenarlo è l’ordinanza della Regione che stabilisce le regole per aperture e chiusure nei giorni di Pasqua e Pasquetta. Un fulmine a ciel sereno. Perché è vero che l’anno scorso a Pasqua e lo scorso Natale sono uscite ordinanze analoghe, ma erano state concordate con le categorie e più o meno tutti se le aspettavano. Stavolta invece i commercianti dalla grande alla piccola distribuzione, dai centri commerciali naturali ai negozi di vicinato erano convinti di poter restare aperti sia domenica che lunedì.
A imporre la doccia fredda – spiega l’assessore regionale alle attività produttive Leonardo Marras – "sono stati i numeri dei contagi ancora elevati e preoccupanti che ci impongono di mantenere alta l’attenzione". Tant’è che la contestata ordinanza regionale 42 del 2 aprile 2021 recita testualmente: "Tenuto conto che il fatto di uscire dalle proprie abitazioni, nei giorni di festa, per fare acquisti di generi alimentari, anche da consumare in spazi pubblici, potrebbe determinare pericolosi assembramenti... ordina la chiusura".
Chi deve chiudere? L’ordinanza riguarda il commercio: esercizi di vicinato (quindi macellai e alimentari), supermercati grandi e piccoli. Anche i tabaccai e i fiorai. Tutti, in teoria, potrebbero fare consegne a domicilio. A restare aperti invece sono: farmacie, edicole. Le attività artigianali (nell’alimentare) e i pubblici esercizi. Quindi panifici, pasticcerie, rosticcerie, gelaterie, pasta fresca, bar e ristoranti.
Solo che per chiarire il contenuto dell’ordinanza, nella ridda di voci che si è scatenata, ci sono volute le precisazioni della Regione: alle 18. Nel frattempo, fuori dal Palazzo, eccezion fatta per i sindacati degli addetti alla grande distribuzione Uiltucs e Cgil ("Giani ha compreso il nostro grido di allarme"), il mondo del commercio è letteralmente esploso.
"Biasimiamo aspramente il metodo di lavoro – tuona il direttore di Confcommercio Toscana, Franco Marinoni – diffondere senza alcun preavviso una delibera del genere, che a poco più di 24 ore dalla Pasqua decide la chiusura totale delle aziende commerciali, denota una mancanza assoluta di rispetto". E il presidente metropolitano Aldo Cursano aggiunge: "Non si capisce la ratio: se restringono gli orari di apertura la gente si accalca. Sabato (oggi per chi legge ndr) vedremo l’assalto ai supermercati".
"Ordinanza sbagliata – incalza il presidente regionale di Confesercenti Nico Gronchi – nei contenuti, nei tempi e nei modi, la Regione è addirittura andata oltre le chiusure stabilite dal governo per le zone rosse. Ancora una volta si è scelto la chiusura tout court di chi non è responsabile dei contagi, senza alcun confronto preliminare con le categorie".
Ma la polemica è anche politica con Italia Viva che trova un’altro motivo per attaccare l’alleato – sulla carta – Pd. I consiglieri regionali Scaramelli e Sguanci, chiedono "il ritiro dell’ordinanza e il ripristino delle sole limitazioni nazionali". Dalle opposizioni un fiume in piena: Landi (Lega): "è uno schiaffo a chi da un anno sta combattendo". Stella (FI) "Un provvedimento senza senso, folle e inqualificabile".Torselli, Fantozzi, Rossi (FdI): "Un colpo di grazia alle imprese toscane".