REDAZIONE FIRENZE

Passeggini vuoti alla sinagoga di Firenze: il flash mob per i bambini rapiti da Hamas

Carrozzine, tricicli e palloncini per tenere alta l’attenzione sulla sorte degli ostaggi israeliani. Manifesti e volantini con i volti delle circa duecento persone sequestrate un mese fa sono stati esposti all’esterno del Tempio Ebraico

Passeggini vuoti alla Sinagoga di Firenze: il flash mob

Firenze, 5 novembre 2023 - Un flash mob nel giardino della Sinagoga di Firenze per tenere alta l’attenzione sulla sorte degli ostaggi israeliani ad un mese dall’attacco terroristico di Hamas. Qualche giorno fa, il governo israeliano ha diffuso le fotografie e le storie di 28 bambini e ragazzi fino ai 17 anni che sono stati rapiti il 7 ottobre scorso, sottratti all’affetto dei loro cari e ai loro giochi. Carrozzine, passeggini, tricicli e seggiolini sono stati disposti lungo il percorso che porta al Tempio israelitico con sopra i volantini con i volti e i nomi e cognomi dei bambini rapiti. Sopra i passeggini dei palloncini bianchi o azzurri con i colori della bandiera di Israele agitati dal vento. All’ingresso, sulla facciata del tempio due striscioni con i volti e i nomi delle oltre duecento persone sequestrate da Hamas. L’obiettivo è mettere in luce la tragedia che si sta consumando ai danni di chi non ha alcuna colpa. Il motto, come riportano anche le pagine Instagram e Facebook della Comunità Ebraica di Firenze e Siena è: "Bring them home", riportiamoli a casa.

“Volevamo ricordare - dichiara Enrico Fink, presidente della Comunità Ebraica di Firenze e Siena - le persone, in particolare i bambini che sono ancora nelle mani di Hamas. Vogliamo esprimere il nostro dolore e la nostra vicinanza alle famiglie di tutti coloro che hanno amici e parenti la cui sorte è ancora incerta. Siamo anche, purtroppo, colpiti dal fatto che la solidarietà e la comprensione del mondo nelle ultime settimane sembra in troppi casi dimenticarsi quello che è avvenuto un mese fa. Siamo tutti nella disperazione, preoccupati per le sorti dei civili a Gaza. Vorremmo che le armi tacessero, ma per chiedere pace bisogna contestualmente chiedere la liberazione immediata degli ostaggi e fare in modo che vengano smantellate le organizzazioni terroristiche che non vogliono altro che la distruzione del nemico è che hanno prodotto gli orrori del 7 ottobre. È triste vedere che questi orrori si sono realizzati in kibbutzim che erano luoghi di incontro in cui israeliani e palestinesi lavoravano insieme costituendo un laboratorio di pace. In queste settimane parte dell’opinione pubblica è tornata ad identificare Israele come il nemico, questo ci addolora molto. Vogliamo un futuro di prosperità e serenità per Israele, per Gaza e per i due popoli”.