Passione antico Egitto. Luoghi, reperti, arte. Un fascino lungo secoli

La Toscana e Firenze celebrano l'egittomania con un convegno e visite guidate. Un viaggio tra reperti e influenze egizie nella regione.

Passione antico Egitto. Luoghi, reperti, arte. Un fascino lungo secoli

“La spedizione franco-toscana“, Museo archeologico di Firenze (foto su concessione della direzione regionale musei nazionali Toscana Firenze)

Toscana e Firenze come terre egizie fuori dall’Africa. E dell’impero egizio la nostra regione è ed è stata così innamorata e appassionata che se ne può fare una vera e propria mappa di luoghi, oggetti, reperti, sculture, collezioni e riproduzioni di uno stile che ha fatto la storia del mondo.

Ed è per questo che domani - a partire dalle ore 9 - è in programma il convegno “L’Egitto a Firenze e percorsi dell’egittomania in Toscana“ nell’auditorium Spadolini del Palazzo del Pegaso del capoluogo regionale. Sabato 9 invece, alle ore 10.30 visita alla sezione dedicata del Museo archeologico di Firenze a cura di Ilaria Cariddi. Un evento fortemente voluto da Francesca Fiorelli Malesci, che lo ha curato insieme a Federico Contardi e a Gabriella Messeri, oltre a Ilaria Cariddi, e che ieri è stato presentato al Palazzo del Pagaso, con la presidente della commissione cultura, Cristina Giachi.

Obiettivo del convegno è quello di mostrare quanto l’estetica dell’Ottocento e del Novecento sia stata influenzata dal popolo dei faraoni, ma anche del grande interesse già appartenuto alla famiglia dei Medici, prima della vera “mania“ dei decenni successivi. Tra i vari temi di venerdì, la comparsa dell’egittomania nel diciottesimo secolo, appunto, ma anche il ruolo di Livorno come porta da e per l’Egitto, nonché i geroglifici nelle decorazioni di gusto Impero nei saloni e palazzi nobiliari in tutta la Toscana. Oltre alle contaminazioni nelle ceramiche Ginori e con la prima dell’Aida al Cairo.

Nella due-giorni si passeranno in rassegna tutti i luoghi più importanti che sono stati influenzati proprio dalla cultura egizia: dall’obelisco di Boboli agli arredi dei giardini Torrigiani e di Villa Strozzi. Per rimanere a Firenze, i tanti salotti e le molte decorazioni delle dimore della borghesia e nobiltà fiorentina, dai Pandolfini agli Adami Lami, passando per Camillo Borghese. Oltre alla costruzione del tempietto e delle sculture da giardino commissionate da Frank Stibbert per la sua dimora a Montughi.

Una presenza che non rimarrà certo confinata al capoluogo del Granducato. Ci sono, infatti, tanti altri esempi tra l’isola d’Elba, con la camera egizia voluta da Napoleone durante il suo esilio nella villa San Martino e ideata da Vincenzo Antonio Revelli, e Lucca, con la sala da musica del Palazzo Ducale dipinta da Gaspare Bargioni, per passare, infine, alla villa di Marlia. Ci sono, poi, esempi nel pisano, a Palaia, con il Palazzo Cecchi e nella città della Torre con il Palazzo Rosselmini-Massarosa.

Per finire con Siena e il villino del Pavone che presenta due sfingi a sovrastare i pilastri del cancello e la sala egizia, dipinta da Cesare Maffei negli anni Trenta. Oltre alla piramide che prende posto nel giardino, gemella della ghiacciaia del parco delle Cascine di Firenze, realizzata nel 1796.

Lorenzo Ottanelli