Firenze, 19 novembre 2017 - Cento anni non li sente davvero. Ma la vita, quella, l’ha sentita eccome. Magari - chissà - sono state proprio le mille prove di un’intera esistenza a regalare a Basilio Pompei l’elisir. A far si che lui, un mesetto fa, dopo il suo compleanno del secolo (è nato il 20 settembre del 1917), abbia preso la macchina, sia andato alla Motorizzazione e abbia rinnovato la patente. Oggi, a cento anni e due mesi, di smettere di guidare, Basilio, proprio non ne vuole sapere.
"Il medico della motorizzazione – dice – mi ha fatto la visita. Poi mi ha chiesto di leggere le lettere proiettate sul muro. Io l’ho fatto senza un errore. Allora lui mi ha detto: ‘Basilio, basta, basta. E mi ha chiesto di farsi una foto con me perché, ha aggiunto, uno così non l’ho mai visto".
Non c'è niente da fare: le persone di quella generazione sono fatte di un’altra pasta. E di altre regole. Se si chiede a Basilio "ma quante multe ha preso in vita tua?", la risposta è quasi sdegnata: "Nemmeno una!".
Per lui, tra l’altro, le regole sono quelle di comprare italiano. Le sue macchine sono state Fiat 600, 1100, 124 e Regata. Fino all’attuale Punto. Chi vede oggi questo arzillo signore non può evitare di dire "ci metterei la firma". Se qualcuno ricordasse invece che razza di anni ha trascorso il Pompei, ecco che il quadro dell’invidia - bonaria, s’intende - cambierebbe. Basilio, da sempre residente a Sieci, oltre che automobilista è stato internato militare. Nei giorni che seguirono l’annuncio dell’armistizio dell’8 settembre 1943, Basilio si rifiutò di combattere a fianco dei tedeschi. Prima era partito militare (nel 1938), spedito con il suo reggimento nell’Egeo, sull’isola di Coo - oggi Kos, allora possedimento italiano - ed infine in Albania. Dopo l’8 settembre – dichiaratosi badogliano insieme a tanti suoi compagni – fu tenuto prigioniero per 18 mesi in Polonia e Germania. Mesi lunghi, durante i quali Basilio ha rischiato di lasciarci la pelle.
Lui, contrariamente a tanti suoi amici, dai campi di prigionia è tornato. Oggi è uno degli ultimi ex internati ancora in giro. In macchina, naturalmente.