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Regione, stretta sulla pausa caffè. E i bar interni rischiano di chiudere

Clienti in calo dopo l'inchiesta sull'assenteismo di Massa. «Ora da noi non viene nessuno»

Caffè

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Firenze, 28 novembre 2018 - Sono in stato di agitazione i 12 lavoratori dei bar del centro direzionale della Regione Toscana di Novoli e della sede di via Taddeo Alderotti. Hanno scritto al presidente della Regione Enrico Rossi e all’assessore regionale Vittorio Bugli e sono pronti a mobilitarsi. Nei due bar, in appalto al gruppo Serenissima Ristorazione dal 17 marzo di quest’anno, possono accedere solo i dipendenti della Regione. Se prima era un viavai di persone, da settembre non si vede quasi più nessuno. Il motivo? «Dopo i fatti che hanno riguardato la sede del Genio Civile di Massa, con provvedimenti di custodia cautelare, arresti domiciliari e sospensione dal lavoro per decine di dipendenti – scrivono le lavoratrici della Serenissima a Rossi – il numero di clienti che hanno frequentato nelle settimane successive i due bar è crollato, così come il fatturato». 

Una situazione che oggi non è cambiata. Dopo i fatti di Massa, infatti, un po’ per paura da parte dei dipendenti della Regione, un po’ perché effettivamente i dirigenti hanno aumentato i controlli sul personale, in tanti hanno rinunciato alla pausa caffè. Una pausa che, prima dei fatti di Massa, i dipendenti potevano fare quando volevano, senza rendere conto a nessuno. Da settembre scorso, invece, chi vuole andare al bar deve chiedere un permesso personale, con la pausa che così va a incidere sulle 36 ore annue destinate ad altre finalità, non certo a bere il caffè. Di qui il calo di presenze e la discesa verticale del giro d’affari. I lavoratori dei due bar interni alla Regione sono preoccupati. Temono licenziamenti o il trasferimento in altre sedi di lavoro o ancora la riduzione delle ore di lavoro o il ricorso alla solidarietà.

«La Serenessima, il gruppo che gestisce i due bar e la mensa della Regione per i prossimi sei anni – spiega Maurizio Magi, della Filcams Cgil – strumentalizza questa situazione. Nel cambio di appalto, che risale a pochi mesi fa, non ha riconosciuto ai lavoratori né l’articolo 18, applicando invece contratti a tutele crescenti, né i tre integrativi provinciali, con una perdita per un full time di circa 90 euro sullo stipendio». La situazione dei due bar della Regione potrà tornare ai tempi d’oro? Probabilmente no. Dopo un confronto con la Rsu, divenuto, spiega l’ente locale, «più stringente dopo gli accadimenti di Massa», da sabato entrerà infatti in vigore per i suoi dipendenti la nuova, regolamentata, ‘pausa caffè’. In sostanza ogni lavoratore potrà fare una pausa di 15 minuti senza dover chiedere l’autorizzazione al proprio dirigente, ma timbrando l’uscita e l’entrata e fermo restando l’orario giornaliero che continuerà ad essere di 7 ore e 12 minuti. Monica Pieraccini