"Pelle, una tempesta perfetta. Le istituzioni devono sostenerci"

La presidente di Assopellettieri Claudia Sequi: "Il governo risolva il problema sul credito d’imposta"

"Pelle,  una tempesta perfetta. Le istituzioni devono sostenerci"

Claudia Sequi, presidente nazionale di Assopellettieri dal luglio 2023

di Fabrizio Morviducci

"Non si esce dalla crisi della pelletteria attribuendo colpe. Servono soluzioni". Claudia Sequi è la presidente nazionale di Assopellettieri dal luglio 2023. L’imprenditrice, con storica azienda di famiglia a Pontassieve (Firenze), è stata la prima donna al vertice dell’associazione nata in seno a Confindustria per occuparsi della filiera della moda e degli accessori in pelle.

In questi mesi la frenata è stata brusca, qual è il quadro?

"La frenata del settore è preoccupante. Il nostro centro studi, in questo primo semestre ’24, ha rilevato un calo dell’export e della produzione industriale. Un altro dato molto preoccupante è la diminuzione delle imprese; in Toscana si parla di 54 aziende che hanno cessato l’attività. Se uniamo a questi dati i numeri sulla cassa integrazione che dicono +222,7% rispetto al primo semestre ’23, e più 1.156,1% rispetto al 2019 con quasi quattro milioni di ore erogate, danno il senso del periodo che stiamo attraversando".

La Toscana è la locomotiva della filiera, ma è la regione che risente di più della crisi. Che si può fare?

"I motivi di questa crisi sono tanti e vari. A mio avviso non ci sono solo le cause legate ai conflitti internazionali e alla situazione che si è creata a partire dal Covid in avanti. A tutto questo si è aggiunta una crisi della domanda e questo ci deve far riflettere più profondamente su quali possono essere le azioni per uscirne. Ci sono delle azioni immediate che noi come Assopellettieri e come Confindustria Accessori Moda abbiamo portato al tavolo del governo".

Quali sono nello specifico?

"La prima è un azzeramento dei contatori della cassa integrazione ordinaria o attivarne una straordinaria tipo quella che è stata attivata in epoca Covid. Sul fronte della crisi finanziaria l’obiettivo è garantire un migliore accesso al credito; in più attuare pienamente la circolare Abi, presentata al tavolo ministeriale, che stabilisce la ricalendarizzazione dei finanziamenti garantiti da Sace, Simest e Mediocredito Centrale, ottenuti dalle imprese durante la pandemia e a seguito della crisi ucraina. Infine auspichiamo l’introduzione di una formula di ’saldo e stralcio’ per risolvere le criticità relative all’applicazione del Credito d’Imposta R&S nel periodo 2015-2019 nel settore moda".

Che tempi ci sono per quest’ultimo provvedimento?

"Solleciti, speriamo. Il 31 ottobre scade il termine per il riversamento spontaneo del credito d’imposta, le aziende non sanno cosa fare, ci chiamano tutti i giorni per avere lumi. Abbiamo chiesto al governo di risolvere la questione perché le aziende non hanno commesso nessun illecito. Hanno fatto solo quello che la legislazione consentiva".

I brand sono proattivi nella crisi o, dopo averla generata, raccolgono solo le macerie?

"Le griffe sono coinvolte nei tavoli governativi attraverso le rappresentanze. Confindustria Accessori Moda, Assopellettieri rappresentano i marchi che sono parte attiva in questo percorso di uscita dalle difficoltà oggettive del momento. Facciamo il possibile per ottenere il sostegno dalle istituzioni. Ma non interveniamo sulle scelte individuali dei singoli, sulle strategie di mercato come avere una propria linea o produrre esclusivamente per terzi. La verità è che in questo momento siamo nel mezzo di una sorta di tempesta perfetta che ha creato una crisi di sistema molto importante con un cambio nella domanda e delle attitudini del consumo".

E’ ottimista?

"E’ chiaramente molto complicato capire dove andrà il mercato e quali saranno i prossimi passi. Non credo però che attribuendo responsabilità a una delle parti in causa si arrivi da qualche parte. In questo momento tutto il sistema che parte dalle griffe, passa dai grandi produttori, e arriva ai piccoli, deve fare quadrato e lavorare insieme alla tutela della filiera".