FABRIZIO MORVIDUCCI
Cronaca

Pelletteria in crisi, numeri da brividi. Quasi in 500 in cassa integrazione

I dati registrano un’impennata del ricorso agli ammortizzatori, con incrementi del 200% in un anno

La cassa integrazione artigiana come la maschera dell’ossigeno per le aziende col fiato corto. L’annuncio del ministro Urso sul prolungamento dell’ammortizzatore sociale fino al 31 gennaio, ha fatto piacere alle piccole e medie imprese della filiera scandiccese.

E’ qui che si trova il grosso della produzione: Scandicci è la locomotiva dell’area metropolitana, che a sua volta è la capofila toscana del distretto della moda. Secondo il centro studi di Cna Firenze, l’evidenza della crisi si può desumere dai dati sulla cassa registrati da gennaio ad agosto 2024. Secondo i numeri dell’associazione, 42 associazioni hanno fatto ricorso alla cassa rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente con un incremento del +180%. In crescita esponenziale anche il dato sui dipendenti (427) che ha portato a un +205%, e del costo dell’ammortizzatore sociale, ovvero 600.253 euro (+204%). Che Scandicci sia il cuore del distretto lo dimostra il raffronto coi dati metropolitani: (+138% aziende; +170% dipendenti; +206% costo della cassa).

Questi dati vanno ad aggiungersi all’emorragia di aziende (112 nuove iscrizioni a fronte di 167 cessazioni nello stesso periodo, con un calo di addetti da gennaio che supera le 500 unità. La crisi, negata per tutto il 2023 da istituzioni e grandi gruppi, è emersa in tutta la sua gravità, e le previsioni indicano un inasprimento per questo primo semestre 2025. Gli ammortizzatori sociali sono fondamentali per tenere in vita la filiera, ma è urgente un piano per ripartire, ricostruire un modello produttivo che non funziona più.

L’artigianato in particolare, i piccoli imprenditori, che sono il cuore del Made In Italy e hanno attratto sul territorio i grandi brand, è preoccupante proprio perché il modello delle imprese artigiane, che ha dettato i tempi dagli inizi degli anni sessanta, è finito messo in discussione dai grandi volumi, dall’abbattimento del costo minuto, dalla transumanza in altre regioni italiane che accolgono le griffe con sgravi economici e strutture di nuova concezione. La sindaca Sereni ha annunciato dalla sua elezione un tavolo dedicato e metropolitano per la crisi della pelletteria. Ma in attesa che si concretizzi, il Mita è al lavoro per cercare di riaccendere il motore delle imprese e costringerle a pensare a come rivoluzionare il modello produttivo. Altrimenti sarà solo decrescita. E non proprio felice.

Fabrizio Morviducci