REDAZIONE FIRENZE

"Per 20 anni in silenzio sul mio rapporto tossico. Ma bisogna denunciare"

La storia di Rachele Ignesti è diventata un libro

"Per 20 anni in silenzio sul mio rapporto tossico. Ma bisogna denunciare"

Rachele Ignesti ha avuto il coraggio di rendere pubblica la sua storia

Da 17 anni fa il clown in corsia nell’ospedale Santa Maria Annunziata di Ponte a Niccheri, a Bagno a Ripoli, e sempre come clown sociale ha partecipato a diverse missioni umanitarie all’estero. Eppure, dietro al sorriso di Rachele Ignesti, soprannominata "dottoressa Gomitolo", si nasconde un passato che non è stato tutto rose e fiori. Da giovanissima ha subito violenza da parte di un ex fidanzato.

Cosa successe quando era ancora molto giovane?

"Avevo un fidanzato con cui sono stata per alcuni anni. Accanto a lui non mi sentivo mai abbastanza bella, ero insicura, soggiogata da una relazione tossica di cui non potevo fare a meno. Per anni ho raccontato bugie a mia madre, ai miei amici. Cercavo di difenderlo in tutti i modi. Solo molto tempo dopo mi sono resa conto di essere stata vittima di violenza fisica e psicologica da parte sua".

Come è riuscita ad uscirne?

"Ne sono uscita ma con i segni di bruciature di sigarette sulle braccia e i lividi addosso. Tutto è iniziato quando, nell’agosto del 2020, ho partecipato al Festival della Bugia, classificandomi al terzo posto. Quell’anno era stato istituito il tema ’Le favole’, quindi decisi di buttare giù una favola sotto forma di dialogo, che poi rappresentai sul palco insieme a mia figlia. Nel dialogo parlavo di un principe azzurro più bello di me, che cantava meglio e che sapeva fare tutto. Alla fine la bambina mi chiedeva ’Ma il tuo principe ti ama?’. Allora io mi spogliavo e le facevo vedere dei lividi, poi però le dicevo una bugia, cioè che quei segni me li ero procurati incontrando Shreck nel bosco e che, scambiandomi un abbraccio con lui, un po’ del suo verde mi era rimasto incollato sulla pelle. Le mentivo per tutelarla".

Il dialogo con sua figlia è diventato un libro.

"Si tratta di un racconto illustrato che si intitola ’Il mio nuovo principe azzurro’. Lo sto presentando nelle scuole, in Toscana, in Umbria e nelle Marche, e ho coinvolto circa mille studenti".

Nel corso del Festival della Bugia è stata la prima volta che pubblicamente ha esposto quanto successo.

"Per 20 anni ho tenuto tutto nel silenzio. Oggi ai ragazzi dico che non devono avere paura, bisogna invece denunciare e non tenersi tutto dentro".

Come fare a capire di essere in una relazione tossica?

"Non bisogna ’normalizzare’ nessun comportamento. Per esempio, c’è chi chiede la ’posizione’ per sapere esattamente dove ci si trova o chi pretende di vedere il telefono. Alcune donne devono chiedere il permesso per andare a ballare. Sono comportamenti inaccettabili".

Rossella Conte