REDAZIONE FIRENZE

Perdita d’acqua, paura nella Badia. Allagati gli scavi archeologici

Un fiume generato dalla falla in un tubo si abbatte sull’edificio di Settimo. Venturini: "Ci sono molti danni"

Una parte degli scavi archeologici inondati dopo la perdita d’acqua

Una parte degli scavi archeologici inondati dopo la perdita d’acqua

Un fiume d’acqua che si è riversato, di notte, sugli scavi archeologici in corso all’Abbazia di Settimo con danni da quantificare esattamente ma comunque cospicui. All’origine della copiosa fuoriuscita un guasto che si è verificato sull’acquedotto di via San Lorenzo a Settimo su cui Publiacqua è intervenuta, con i propri operatori, fin da ieri mattina per provvedere ai lavori di riparazione.

Più che i problemi, temporanei, legati all’approvvigionamento idrico a preoccupare è proprio la grandissima quantità d’acqua che si è riversata nell’area del ‘gioiello’ della Badia: "Non è la prima volta che si verifica una perdita, sarà almeno la quarta – commenta Alessio Venturini Coordinatore generale della Fondazione Abbazia di Settimo – ma in questa occasione il guasto si è verificato in orario notturno e quindi l’acqua fuoriuscita si è riversata seguendo le pendenze all’interno dell’abbazia allagando il cantiere e soprattutto gli scavi archeologici che si sarebbero dovuti concludere fra pochi giorni. Ci stiamo muovendo per quantificare i danni che ci sono e sono grossi, lunedì, fra l’altro, se l’acqua continuerà ad esserci dovremo attivare per attivare delle pompe. Ci sarà comunque da ripartire daccapo e questo ci impensierisce".

Preoccupazioni, queste, fatte proprie anche dal coordinatore degli archeologi che stanno operando alla Badia, Alberto Agresti: "Stavamo scavando – racconta – nella parte opposta a quella in cui si è originata la perdita ma la fuoriuscita è stata talmente grande da invadere tutto il giardino sud e poi da allagare gli scavi. È davvero una frustrazione: eravamo a scavare al livello del villaggio medievale, prima del Mille e già avevamo individuato e campionato materiali interessanti, probabilmente relativi a una fornace. Avremmo lavorato per tutta la prossima settimana in modo da terminare entro l’ 8 gennaio per poi consegnare l’area al cantiere per il ripristino del chiostro. In poche ore sono stati gravemente danneggiati i depositi archeologici, la strumentazione rimasta sotto il fango e il lavoro che si doveva completare. L’area sarà infatti inagibile per i prossimi dieci giorni e poi dovremo rifare tutto il lavoro già effettuato per tornare al punto zero con uno slittamento notevole dei tempi, di oltre un mese. Speriamo almeno che i materiali rinvenuti, deperibili, non abbiano subito danni gravissimi. Dovremo comunque riscavare metri quadrati di fango, in una sola notte abbiamo perso il lavoro di un mese".

Sandra Nistri