Un sistema di cupole che dall’alto richiamano subito l’idea di un giglio. E poi – una volta atterrati – la sensazione di entrare immediatamente nell’atmosfera della città rinascimentale, fra logge voltate e spazi aperti tipici di una grande piazza coperta.
Sarà così il nuovo scalo di Peretola revisionato con la consulenza artistica dell’architetto Marco Casamonti che sta lavorando di concerto con Toscana Aeroporti. È al suo studio Archea Associati che la società che gestisce Firenze e Pisa ha chiesto di collaborare e realizzare il progetto che contempli le prescrizioni richieste dal ministero per il nuovo masterplan. Del resto, la vicenda dell’aeroporto di Firenze è così lunga che anche la vita delle persone ha il tempo per completare il proprio corso.
Così, il celebre architetto uruguaiano naturalizzato statunitense Rafael Viñoly, che aveva progettato il nuovo scalo del Vespucci, è scomparso prima di mettere mano alle controdeduzioni e alle modifiche necessarie per ottenere la Via, la valutazione di impatto ambientale.
Ed ecco il ridisegno dell’intero piano, che ha due-tre punti fondamentali: eliminare la copertura a vigneti, ridurre il consumo di suolo e, non ultimo, conferire un forte senso identitario: chi arriva insomma, deve riconoscere Firenze anche nella funzionalità di una struttura aeroportuale. Il progetto di Casamonti, che è già stato illustrato a grandi linee alle istituzioni del territorio, cancella appunto la realizzazione dei filari a vite. Idea suggestiva, ma con un grosso handicap: l’uva attira gli uccelli, che possono diventare la causa di uno dei più pericolosi inconvenienti per un aeroporto: il cosiddetto bird strike, che si verifica quando un volatile viene catturato dal motore di un aereo. Eliminate le vigne, a caratterizzare il Vespuccci sarà un sistema di cupole ottagonali, che copriranno dalla fermata della tramvia fino agli ingressi del vecchio terminal, che sarà inglobato nel nuovo. Una serie di pilastri di acciaio, già previsti da Rafael Viñoly, si innalzeranno nella silhouette di grandi alberi a sostenere la copertura.
La soluzione architettonica ottagonale richiama idealmente e fisicamente i monumenti più identitari di Firenze, quelli che sono nell’immaginario di tutti e che è impossibile non ammirare, dal Battistero di San Giovanni alla Cupola del Brunelleschi, ma anche dalle Cappelle Medicee alla copertura della Tribuna degli Uffizi. Una forma geometrica che simboleggia l’equilibrio cosmico, utilizzata fin dagli edifici cristiani di età romanica, secondo il concetto che la terra è un quadrato e il cielo un cerchio. In questo modo l’ottagono consente di creare uno spazio che diventa sintesi perfetta delle due realtà.
E cos’è un aeroporto, in senso stavolta laico, se non l’incontro fra terra e cielo? Senza contare che, proprio sorvolando la città, le diverse cupole ottagonali, formeranno una sorta di giglio, anch’esso emblema di Firenze. Questa la visione artistica di Marco Casamonti che ha convinto Toscana Aeroporti e la società di engineering che sta realizzando il nuovo masterplan, che dovrà essere presentato a Roma entro l’anno.
Un progetto che dovrà comunque prevedere numerose sistemazioni ambientali e idrauliche attorno alla nuova pista, specie nel rispetto e nel reintegro delle zone "umide" della Piana attorno allo scalo. Quello che alla fine dovrà tornare è il conto del suolo occupato, che sarà - si assicura - assai ridotto rispetto al masterplan precedente, così come richiesto dalle prescrizioni.
"Ritengo che il nuovo progetto che Toscana Aeroporti sta definendo con la consulenza dell’architetto Casamonti risponda all’immagine di un aeroporto moderno, funzionale ed esteticamente bello come il territorio si merita - afferma il presidente della Regione Eugenio Giani, che ha visto lo schema di massima -, un’immagine sobria ed elegante, rispettosa dell’ambiente e della grande storia di Firenze".