
Un’immagine del foyer del teatro della Pergola
Marco Giorgetti è ancora, oppure no, il direttore generale della Pergola? Chi lo sa! O almeno, per il Consiglio d’amministrazione della Fondazione Teatro della Toscana, c’è stato un chiaro arrivederci e grazie. Per lo stesso Giorgetti, invece, l’incarico c’è eccome, non è tempo di ’funerali’ con tanto di telefonate di smentite in redazione.
Un balletto durato un giorno intero che, a proposito di teatro, avrebbe del tragicomico, se non fosse che tutto è accaduto anche a favor di ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ieri a Firenze per la presentazione di un libro e, prima, nella nostra redazione per un ’intervista.
"Se abbiamo in mente chi sarà il prossimo direttore generale della Pergola? L’attuale direttore generale" dice Giuli ai giornalisti che gli chiedevano del destino di Marco Giorgetti mentre varcava l’ingresso della presentazione del libro di Desario in ritardo. "Se c’è un ridimensionamento del teatro? Vogliamo mantenere la concordia" ha concluso prima della nota ufficiale di Palazzo Vecchio e dopo qualche minuto di faccia a faccia proprio con la sindaca Sara Funaro con la quale è apparso più che irritato.
"Mi auguro che voglia condividere una scelta che deve essere non del Mic o del Comune di Firenze ma nell’interesse dei fiorentini", ha aggiunto Giuli in serata a la Nazione. Questione di orari nell’ambito dei quali il Dg ’accompagnato’ all’uscita avrebbe avuto gioco facile a smentire a tutti i livelli, ministero compreso.
Netto il comunicato: "Dopo aver espresso apprezzamento per il lavoro svolto in questi anni del direttore Marco Giorgetti è stato deciso di procedere nei prossimi giorni alla definizione della conclusione del rapporto". Più chiaro di così baby, direbbe Jovanotti.
Se poi si guarda il pelo nell’uovo, o il cavillo legale, è vero che all’ordine del giorno di ieri il Cda della Pergola non aveva la decisione sul destino del dg, che avrebbe altri due anni e mezzo di incarico, con un compenso di 160mila euro all’anno.
Vero, ma la volontà politica resta chiara. Tanto più che ieri mattina, prima della riunione del Cda, l’assessore alla Cultura, Giovanni Bettarini e il direttore generale del dipartimento società partecipate Enrico Maria Peruzzi hanno incontrato proprio Giorgetti per parlare della sua eventuale risoluzione del contratto. Insomma, normalmente quando tuona vuol piovere e lui lo sapeva.
Invece il direttore della Pergola ha assicurato che non c’era stata alcuna decisione sulla fine del suo mandato, e che lui era ancora tranquillamente in carica.
In mezzo a tutto questo ping pong tra Firenze e Roma sulla Pergola, gli esiti delle riunioni del Cda e dell’assemblea dei soci della Fondazione Teatro della Toscana sono passati in secondo piano, a parte la vicenda della futura direzione con in pole il nome di Marco Parri dell’Ort (e chissà con un cambio di Giorgetti al Verdi).
Eppure un po’ di cose sono state messe in fila. Non solo è stato votato il bilancio consuntivo del 2024 che chiude in sostanziale pareggio, con un avanzo di circa 6mila euro. Ma, guardando al futuro, è stato approvato anche il bilancio preventivo del 2025, dopo i molti approfondimenti richiesti dal cda alla direzione generale della Fondazione nella seduta del 17 febbraio 2025. Allora si chiese, in soldoni, di tagliare e risparmiare. E così è stato fatto. Fra i numeri emersi, quelli dei ricavi di biglietteria della Fondazione che sono cresciuti rispetto al preventivo, passando da 1.011.000 euro nel 2022 a 2.137.000 euro nel 2024. Quindi, la stagione 2024 – 2025 chiude con risultati positivi per presenze e incassi.
"In merito ai tagli richiesti dal cda rispetto alla bozza di bilancio presentata il 17 febbraio scorso - spiega il documento –, sono state ridotte le previsioni di costi sulla produzione internazionale e sul potenziamento dell’organico della struttura per circa un milione di euro". Sono stati previsti inoltre ricavi ulteriori dalla biglietteria e dalla raccolta di contributi da privati anche mediante l’Art Bonus per circa 500mila euro.
"Alla luce di ciò - concludono assemblea dei soci e cda -, si è avviata una riflessione sulla guida del Teatro della Toscana che verrà approfondita nei prossimi incontri". Di margini per evitare il divorzio, non sembrano essercene più.