BARBARA BERTI
Cronaca

Pergola, l’ora dei risparmi. Giorgetti costretto a tagliare. Ipotesi Parri come nuovo dg

Lunedì soci e cda si pronunceranno sul bilancio di previsione del Teatro della Toscana. Gli allievi della scuola di Favino potranno fare gli attori: c’è l’accordo con Massini.

Stefano Massini, nuovo direttore artistico del Teatro della Toscana

Stefano Massini, nuovo direttore artistico del Teatro della Toscana

L’appuntamento che segnerà un prima e un dopo è per lunedì: in mezzo bilanci e nuovi nomi all’orizzonte. Prima la convocazione del Cda, poi a seguire l’assemblea dei soci. All’ordine del giorno il bilancio di previsione del Teatro della Toscana con le sue sale, ovvero il Teatro della Pergola, il Teatro Era e il Teatro di Rifredi (già in difficoltà) e la relazioni del direttore generale Marco Giorgetti, di fatto ‘commissariato’ dalla sindaca Sara Funaro che della Pergola è presidente di diritto, dopo una frattura ormai insanabile. In quest’ottica si inserisce la nomina di gennaio del drammaturgo Stefano Massini a direttore artistico per rilanciare il teatro con un progetto artistico che sarà presentato a breve ma che oltre alla qualità ha dovuto fare i conti con la sostenibilità dei costi a fronte della situazione finanziaria complessa.

Sono soprattutto i conti che amministratori e soci vogliono far quadrare dopo la tensione accumulata il 17 febbraio quando il dg presentò un budget di 9,2 milioni di euro che venne rispedito al mittente. Stavolta – secondo quanto si apprende – Giorgetti arriverà in Cda con un bilancio di previsione pesantemente ridimensionato a 7,5-7,7 milioni che tengono conto dei contributi del Fondo unico della Spettacolo (circa 2 milioni di euro), Regione (2 milioni), Comune di Firenze (1,5 milioni), Città metropolitana (7/800mila) e Fondazione Cassa di Risparmio (un milione di euro). Quest’ultima è uscita dai soci fondatori (che sono tenuti a garantire il finanziamento) passando a socio sostenitore, in disaccordo con le scelte del dg.

Giorgetti indicherà anche la voce biglietteria tra i ricavi che viaggia sui 2,3 milioni di euro ma che l’anno scorso ha sforato pesantemente al ribasso rispetto alla forbice di errore normalmente prevista del 10%. La mannaia dei conti calerà essenzialmente su due voci: la scuola di teatro dell’Oltrarno targata Pierfrancesco Favino che alla fine costava qualcosa come un milione di euro l’anno e il cui bando non è stato rinnovato già nei mesi scorsi, e le produzioni internazionali (un altro milione). Quest’ultimo è il vero tallone d’Achille di Giorgetti al centro di una frattura importante – e non sanabile – con la sindaca. L’’accusa’ mossa al dg è di aver investito in produzioni internazionali, compresa quella parigina dove lo stesso Giorgetti salì sul palco come attore, quando non c’era la capienza economica e senza ottenere quasi nulla in cambio per i suoi teatri. Anche se è vero che in questi casi il dare-avere si misura nel tempo con la ripetizione degli spettacoli. Le produzioni internazionali, già delineate e contrattualizzate sarebbero comunque l’unico capitolo non targato Massini. Mentre sul fronte del rapporto con Favino, Massini intende recuperare una possibilità di collaborazione con gli allievi-attori della scuola: in cantiere ci sono produzioni giovani in questa o nella prossima stagione.

Una volta approvato il bilancio – già lunedì e comunque entro il 30 aprile –, e in attesa della decisione della Commissione ministeriale chiamata a esprimersi sui numeri (essenzialmente i giorni di apertura obbligatori per ottenere lo status di teatro nazionale) e sull’offerta culturale (tutto sembra entro l’8 maggio), si metterà mano al futuro. Che Giorgetti abbia un biglietto di sola uscita dal teatro non è più un segreto e l’aria alla Pergola è diventata irrespirabile. Bisognerà capire sia dal punto di vista burocratico che economico (il suo contratto scade tra oltre un anno) come si risolverà la vicenda. Ma con un direttore generale in bilico è iniziato il toto nomi. In ambienti istituzionali circola anche il nominativo di Marco Parri, attuale direttore generale dell’Orchestra della Toscana. Funaro avrebbe anche individuato un delegato per la presidenza: una volta approvato il bilancio, presentato il cartellone e risolta la questione-Giorgetti, l’intenzione sarebbe quella di lasciare le redini a una figura imprenditoriale in grado di trasformare il teatro anche dal punto di vista economico, sulla scia di esempi anche oltreoceano laddove la cultura non è solo finanziata dallo Stato o dalle amministrazioni pubbliche ma da sponsorship private.

Barbara Berti