PAOLA FICHERA
Cronaca

Perseo, il mito capovolto: NY ‘rilegge’ Firenze

La Medusa regge la testa del suo assassino: installazione (con polemica) davanti al tribunale dove è stato condannato Harvey Weinstein,

di Paola Fichera

Benvenuto Cellini ci mise nove anni per finire il suo Perseo con la testa di Medusa il bronzo che quasi luccica sotto la Loggia de’Lanzi e da ormai cinque secoli incanta fiorentini e milioni di turisti. Nove anni e un avvelenamento da metalli, con febbre altissima, per una fusione per l’epoca molto complicata. La leggenda racconta che per fluidificare il bronzo, dopo che la fornace era esplosa, il Cellini sacrificò almeno duecento delle sue stoviglie di stagno. Il risultato però lo premiò e la raffigurazione del mito di Perseo e Medusa rese felice Cosimo I de’ Medici che in Perseo vedeva se stesso vittorioso su Medusa cioè la Repubblica fiorentina.

Potenza dell’arte, cinque secoli dopo la statua di Cellini ha cambiato significato ed è più contemporanea che mai. Il mito racconta che Medusa era una fanciulla del tempio di Atena che venne violentata da Poseidone. Per lei però non ci fu nessuna pietà. La dea Atena, irritata perché il suo altare era stato profanato, la trasformò in un mostro dai capelli di serpente il cui sguardo avrebbe fatto diventare chiunque di pietra. Insomma una donna violentata, una vittima, ritenuta in realtà responsabile, comunque colpevole. Quello che spesso accade alle donne vittime di stupro. Perseo aiutato dagli dei affrontò il mostro Medusa e la decapitò. Così, con buona pace di Cellini e di Cosimo I, la scultura è il simbolo in tempi moderni che per le donne violentate spesso non c’è giustizia.

Davanti al tribunale penale della Contea di New York da qualche giorno c’è una scultura di bronzo alta due metri che parla il linguaggio della provocazione: una Medusa vincente, con i capelli di serpente, bellissima, che tiene in mano la testa mozzata di Perseo. L’autore è l’artista italo-argentino Luciano Garbati e il luogo è stato scelto perché proprio in quel tribunale a marzo scorso è stato processato e condannato a 23 anni di carcere Harvey Weinstein il principale bersaglio del movimento #MeeToo che ha squassato Hollywood.

Ora, se è vero che Medusa, almeno nella sua prima vita, era una fanciulla violentata, non è vero che Perseo fosse il suo violentatore. Insomma se proprio il mito doveva essere riscritto la testa mozzata avrebbe dovuto essere quella di Poseidone, il violentatore. Perseo, alla fine, ha combattutto e ucciso un mostro che aveva già pietrificato molte (altre) vittime.

Bene dunque la forza del mito, ma hanno ragione i newyorchesi che, alla fine, non si sono in gran parte riconosciuti nell’opera dell’italo-argentino.