Si accende sempre di più il dibattito sul piano rifiuti toscano. Rilanciato da Prato (dalla deputata di Forza Italia Erica Mazzetti) ha trovato il muro del centrosinistra con il Pd in testa. Adesso in campo Fratelli d’Italia.
"Abbiamo sempre seguito con grande attenzione l’iter del piano rifiuti, un fondamentale provvedimento per il futuro dell’intero territorio regionale e dei suoi cittadini e imprese in tutte le sue fasi. Temiamo che questo stop coincida con l’imminenza delle elezioni europee e amministrative, e quindi con la necessità di non dire ai toscani dove verranno collocati gli impianti e cosa accadrà complessivamente per i
rifiuti nella nostra Regione" sottolineano i consiglieri regionali FdI Alessandro Capecchi e Francesco Torselli (il capogruppo nell’assemblea toscana e candidato alle elezioni europee). "Una seconda spiegazione - aggiungono - potrebbe essere che stanno emergendo tutte quelle contraddizioni e quei conflitti che noi stiamo evidenziando da anni, ormai. In ogni caso, quello che non possiamo accettare è il fatto che, quando proponemmo di prorogare il termine per le osservazioni a causa dell’alluvione, l’assessore Monni ci rispose sdegnosamente che non poteva accordare una dilazione temporale perché voleva chiudere con le controdeduzioni a inizio anno. Ora - concludono - Monni dovrebbe spiegare a noi e, soprattutto, ai cittadini, perché questa fretta è venuta meno".
Capecchi disegna lo scenario attuale e prossimo se il piano rifiuti non trova la quadra definitiva: "Fino a che non andrà a regime il biodigestore di Montespertoli, continuiamo a esportare la frazione organica fuori Toscana". Ed evidenzia: "La politica del Pd non ha diffuso sul territorio gli impianti, magari collocandoli vicini ai centri di produzione maggiore dei rifiuti, ma si è affidata ai piani industriali delle aziende facendo ristrutturare gli esistenti, con tutti i problemi che questo comporta".
Per FdI "il termovalorizzatore non è mai stato un tabù se di ultima generazione". Invece "il Pd continua nella sua linea ipocrita , dicendo no ai nuovi termovalorizzatori ma autorizzando per molti anni ancora e potenziando quelli esistenti, ovvero Montale, Poggibonsi e Arezzo. Ancora non si è capita la situazione di Livorno, dove l’attuale impianto dovrebbe essere sostituito da un ossicombustore, ma l’iter autorizzativo non è ancora partito" sottolinea ancora Capecchi. E ipotizza dopo la bocciatura dell’impianto di Terrafino ad Empoli: "Il gassificatore andrà, in provincia di Livorno, a Rosignano, dove c’è la Solvay...".
Luigi Caroppo