Firenze, 26 marzo 2021 - Il governatore Eugenio Giani affida la regia del piano vaccinale toscano al direttore del dipartimento di protezione civile regionale, Giovanni Massini, che affianca il direttore dell’assessorato alla sanità Carlo Tomassini e diventa, di fatto, il braccio destro del presidente per la campagna vaccini. Una decisione che ancora deve essere ufficializzata ma che era già nell’aria da più di una settimana nelle frasi di Giani e che dopo le polemiche degli ultimi giorni sembra assumere il profilo di un commissariamento della struttura sanitaria regionale, anche se era stata progettata prima della bufera, per dare solidità e ulteriori punti di riferimento a una campagna di salute pubblica senza precedenti che coinvolgerà l’intera popolazione.
Ieri sul tema ha preso la parola anche il sindaco Dario Nardella bacchettando il dipartimento della salute regionale. "Forse qualcuno tra le persone che operano nel settore sanitario deve essere più efficace ed efficiente – ha detto il primo cittadini – Credo che il presidente della Regione abbia bisogno di aiuto, di persone che lo sostengano e gli diano le indicazioni giuste sulle scelte da fare perché quando vai a programmare le categorie che devi vaccinare hai bisogno del supporto dei tecnici".
Giani e Nardella parlano anche della gestione della campagna vaccinale da parte delle Regioni. "La fase più delicata del piano vaccinale noi l’abbiamo gestita bene", e dunque centralizzare le operazioni togliendo alle Regioni le competenze in merito "sarebbe un pessimo modo di agire, di scavalcare una macchina che è in moto, con modalità ignote", ha detto il governatore, ribadendo che "se ritardi ci sono stati è solamente a causa del numero di dosi dimezzate rispetto a quelle annunciate", inoltre "i criteri – osserva – erano stati imposti dalla struttura commissariale di Arcuri". Mentre Nardella pensa che il problema dei ritardi sia "generale" e che per questo "ci voglia una regia centrale". "Le Regioni sono responsabili dell’organizzazione delle vaccinazioni ma la scelta delle categorie deve essere a livello centrale", ha spiegato.
Per accelerare l’immunizzazione degli ultraottantenni che ha già cambiato passo con la distribuzione di 50mila dosi Pfizer a inizio settimana (delle quali 30mila già fatte) si sta organizzando il piano B, con le Asl che già stanno vaccinando gli over 80 a casa con le Usca e il volontariato, entreranno in campo anche con gli hub e i centri distrettuali. I medici di famiglia a ieri sera avevano prenotato già 68mila delle 90mila dosi che dovranno essere fatte la prossima settimana ai grandi anziani. Avranno tempo fino a sabato mattina per completare le agende. L’Asl gestirà la quota parte che resterà fuori dalle prenotazioni dei medici di base.