REDAZIONE FIRENZE

"Piantiamo tigli, crescono velocemente"

Gli esperti sottolineano l'importanza del verde urbano per la salute delle città e dei cittadini. La scelta delle specie di alberi da piantare è cruciale per garantirne la longevità e l'efficacia nel contrastare l'inquinamento.

Giulia Marmo

Giulia Marmo

"Gli spazi verdi contribuiscono a ‘curare i mali’ che affliggono le città e i suoi abitanti. Salvaguardare il verde urbano, quindi, è fondamentale ed è molto più necessario e importante di quello che si potrebbe pensare: per abbattere un albero ci vogliono pochi minuti, per averne uno nuovo, bello rigoglioso, anche più di dieci anni". È il parere di Giulia Marmo, dottora agronoma e forestale e dottoranda Unifi in Scienze del suolo.

Perché gli alberi e il verde sono importanti per la città?

"Si possono citare una miriade di effetti positivi. Ma il verde pubblico in città è anche e soprattutto importante per la sua capacità di assorbimento della Co2 e di mitigazione del fenomeno delle isole di calore urbano".

Si possono piantare nuovi alberi già grandi?

"Si tende a scegliere piante giovani, di un paio di anni, perché le probabilità che attecchiscano in ambiente urbano sono più alte. Con le piante più ’mature’ il rischio che muoiano presto è elevato. Il vero problema è la scelta della specie".

Ci spiega meglio?

"Si potrebbe optare per alberi a crescita rapida come i tigli, oppure alberi a foglia caduca, non sempreverdi, che d’estate fanno tanta ombra e d’inverno non hanno una caduta eccessiva di foglie. In ambiente urbano vanno bene anche lo storace americano (Liquidambar) e gli aceri. Tra i sempreverdi la magnolia e il leccio, uno dei migliori alberi anti-inquinamento. Nel caso in cui la piantagione non fosse proprio a ridosso della strada, si potrebbe scegliere anche il bagolaro, pianta longeva con chioma espansa".

Negli ultimi tempi a Firenze fanno più ’rumore’ gli abbattimenti rispetto alle nuove piantumazioni. Per esempio in via Cavour sono arrivati gli aranci...

"La messa a dimora degli aranci non è stata una cattiva idea. Personalmente, però la scelta della specie non la ritengo giusta. Avrei preferito il tiglio, l’acero o l’acacia, specie più resilianti ai patogeni, che sappiamo esserci. L’amministrazione comunale dovrebbe prendere più in considerazione i pareri dei tanti esperti, anche della Scuola di agraria di Firenze. Invece, e non succede solo qui da noi, questi servizi sono spesso esternalizzati a ditte che forniscono un servizio in nome del risparmio".

Barbara Berti