STEFANO BROGIONI
Cronaca

"Troppo occidentali". Maltrattamenti choc alla moglie e alla figlia, padre padrone condannato

Anni e anni di botte e minacce per impedire ai suoi familiari di integrarsi e "vivere come gli italiani"

Firenze, 8 dicembre 2023 – Padre e marito padrone, violento sia contro la moglie che contro la figlia che si truccava e voleva vivere “all’occidentale“.

Si è concluso con una condanna a otto anni, il processo a un marocchino di 54 anni che nell’ottobre del 2020 venne anche arrestato per le violenze e i maltrattamenti che da anni si sarebbero consumati nella sua figlia.

Il tribunale, in composizione collegiale (presidente Elisabetta Pagliai) ha anche stabilito una provvisionale di 25mila euro per la moglie e 10mila euro per ognuno dei 4 figli, minori anche all’epoca degli episodi contestati. L’uomo, difeso dall’avvocato Andrea Benigni, è stato però assolto dall’accusa di tentato omicidio. L’accusa aveva chiesto 18 anni di reclusione.

E’ stato un dibattimento che ha ruotato intorno a reati "religiosamente orientati", come ha commentato l’avvocato Samuele Zucchini, rappresentante delle persone offese.

L’esasperazione della fede islamica da parte dell’imputato è stato infatti l’aspetto principale del procedimento.

Il processo ha ricostruito anni e anni di soprusi che si sarebbero consumati nell’abitazione in zona Careggi dove viveva la famiglia. E’ emerso che anche il matrimonio con quella donna, di quasi dieci anni più giovane, era stato combinato dalle rispettive famiglie.

E così la convivenza è presto diventata un incubo. Durante le gravidanze, la donna non era “autorizzata“ neanche a sottoporsi ai controlli di routine. Men che meno a rendersi autonoma con un lavoro.

Un incubo non soltanto per la moglie, ma anche per la figlia più grande, colpevole, agli occhi del marocchino integralista, di voler vivere "all’occidentale".

La ragazza, all’epoca diciassettenne, ha raccontato prima alla polizia, poi nell’incidente probatorio che è stato parte integrante del processo appena concluso, di essere stata picchiata perché si sentiva italiana, aveva amici maschi, si truccava.

Violenze verbali che erano iniziate anni prima, come quando il padre non tollerava che lei andasse a festeggiare il compleanno da un’amica anziché fare le faccende in casa. Al culmine dell’ira, le ruppe il manico di una scopa sulla schiena.

Ma ogni volta, per paura che la furia del padre s’abbattesse di nuovo su di lui, non era libera neanche di farsi medicare al pronto soccorso.