I tagli alla scuola pesano anche sulle piccole realtà di campagna. Come a Vico dove per la mancanza di un bidello i bambini della scuola dell’Infanzia, La casa nel bosco, sono costretti ad uscire alle 14 anziché alle 16. E allora i genitori provano a far sentire la loro voce. A rappresentare la questione, che riguarda anche la scuola di Sambuca, è Stefano Brizi, babbo e avvocato. "Il problema è che da alcuni anni il Comprensivo Don Milani assiste ad un diminuire del personale Ata destinato a questo territorio. Da 28 dipendenti siamo arrivati a 19, al di sotto del numero minimo di 20 per garantire i servizi essenziali. È il frutto del taglio del Governo ai fondi per l’Istruzione, si preferisce finanziare armi invece della scuola. E quanto accade è anti costituzionale".
Se i bambini escono due ore prima, "questo viola il contratto che i genitori hanno sottoscritto con la scuola e grazie al quale si erano organizzati con gli impegni". Ma Brizi tiene a sottolineare un aspetto. "Non è un battaglia per la nostra scuola a scapito di un altra. Se dovessero spostare il dipendente da altre scuole, Marcialla per esempio dovrebbe chiudere. Non è il bidello in meno, è il principio che è la vera questione: i tagli all’istruzione". A Vico i genitori hanno incontrato scuola e Comune. "Entrambi gli enti attestano la volontà di rispettare gli interessi delle famiglie. Tanto che il sindaco si è impegnato direttamente a usare fondi comunali per la sopravvivenza di queste scuole. Ma non va bene, le risorse devono essere statali, altrimenti il cittadino paga due volte". Oltre a Vico, la questione riguarda anche Sambuca, in tutto 74 bambini costretti a uscire prima da scuola. Per questo motivo il sindaco David Baroncelli ha lanciato un appello al ministero e chiede che si risponda ai bisogni del territorio in particolare delle scuole materne di Vico e Sambuca dove quest’anno per la prima volta non è garantito il tempo pieno a causa della carenza di personale Ata.
Andrea Settefonti