Pietro Annigoni non solo è il più grande pittore di questo secolo ma è anche in grado di competere alla pari con i pittori di tutti i secoli. Egli rimarrà nella storia dell’arte come il contestatore di un’epoca buia della pittura.
Lo storico e critico d’arte Bernhard Berenson, che a Firenze visse e morì nel 1959, fu amico e uno dei maggiori estimatori del grande pittore, nato a Milano ma trasferito in riva all’Arno fin dal 1925. Ed è a Firenze che Annigoni rimase fino alla sua fine nel 1988, nella sua casa in via Maggio, splendida dimora arredata dalla moglie Rossella Segreto, che così l’ha mantenuta fino la primavera scorsa, quando anche lei è scomparsa.
Un patrimonio di opere, arredi e vita vissuta dal valore inestimabile soprattutto per l’universo culturale che racchiudeva, di un artista e di un’epoca. Per volere degli eredi, gran parte della vita dei coniugi Annigoni è andata all’asta della Maison Bibelot qualche settimana fa, divisa in numerosi lotti, disperdendo così gran parte del significato che avrebbe mantenuto l’integrità dell’insieme, certamente degno di diventare una casa-museo.
Un importante nucleo è stato per fortuna acquistato da un unico appassionato, che ha colto il fascino non solo delle opere del maestro, ma anche degli oggetti che avevano accompagnato la sua esistenza: "Vedere che tutto quello che c’era dentro la casa del maestro Annigoni era finito all’asta, con tutti i ricordi suoi e di Rossella, la sua musa ispiratrice, è stato un pugno nello stomaco - racconta un fiorentino appassionato d’arte.
Ho avuto l’occasione di ammirare alcune delle opere di Annigoni a Firenze e in giro per l’Italia; e di apprezzare la sua arte. E, anche se ci sono pareri contrastanti sulla sua opera, resta una delle testimonianze artistiche e culturali più importanti del ‘900, non solo fiorentino".
"Chi ha preso la decisione di vendere opere, collezione privata, arredi e guardaroba avrà avuto le sue ragioni che io non conosco – prosegue -, ma dentro di me ho pensato che non poteva essere tutto cancellato. Ho immaginato che tutto sarebbe andato disperso e sarebbe finito in chissà quante case sparse in tutto il mondo senza più ricongiungersi. Allora ho deciso di comprare una parte di quello che era custodito in quella vera e propria casa museo che Rossella ha gelosamente conservato per trent’anni. Certo, non potevo comprare tutto, mi sono concentrato sui pezzi che, secondo me, sono più importanti. O meglio, quelli che più li rappresentano e raccontano la loro vita insieme".
Di questo nucleo ’salvato’ fanno parte gli effetti personali di Annigoni e della moglie, la collezione privata, i bassorilievi, le prove d’autore, l’abito verde con il quale Rossella ha posato per l’ultimo ritratto di Annigoni con i tre cagnolini e anche i quadri dipinti da Rossella, dai quali emerge il lato più intimo di Annigoni. E ancora tutto ciò che è rappresentato dentro i quadri; l’accendino, la tabacchiera, il bocchino e il tipico basco da pittore; lo smoking di Annigoni; lo scrittoio del ’600, le valigette e le tavolozze di Pietro e Rossella.
Il Novecento, attraversato da correnti che dall’astrattismo all’informale distruggevano il figurativo, non fu secolo amico di Annigoni, ma fu artista apprezzato in tutto il mondo, e a suo modo rivoluzionario proprio perché fedele alla “tradizione“, per questo, appartenente al gruppo dei “pittori moderni della realtà”.