BARBARA BERTI
Cronaca

Pietro Sparacino si racconta: "Un ventennio di risate"

Parte da Firenze il nuovo tour del ’comedian’: uno show che ripercorre la sua carriera "E’ cambiato tutto da quando ho iniziato: comunicazione, linguaggio, comicità".

Pietro Sparacino si racconta: "Un ventennio di risate"

"Ho iniziato a fare il comico a 21 anni. Da quel giorno non ho più avuto altre aspirazioni se non quella di continuare a fare quello che faccio. Sono passati vent’anni e nel frattempo è cambiato il mondo: i social, l’intelligenza artificiale, la prima donna premier ed altre cose che nessuno si immaginava". Così Pietro Sparacino (già autore di programma tv come ’Le Iene’ e ’Scherzi a parte’) che da Firenze, stasera (ore 21 YellowSquare Florence di viale Francesco Redi, 19), debutta con "Il ventennio", il nuovo spettacolo teatrale prodotto da The Comedy Club. Caustica, graffiante, dissacrante (e spesso con un occhio di riguardo al ’politicamente corretto’ come bersaglio) quella del comico classe 1982, siciliano di nascita e romano di adozione, è una comicità di costume e di osservazione sociale decisamente tagliente e senza mezzi termini e forse anche per questo molto apprezzata dal pubblico più giovane.

Sparacino, titolo evocativo per questo nuovo spettacolo...

"Sì, avrei potuto chiamarlo ’Il ventennale’ o ’I miei vent’anni’ ma, visto il clima politico che si respira negli ultimi tempi, ho scelto di giocare con le parole".

Quindi la politica non entra nello show?

"E’ uno spettacolo a cuore aperto nel quale, ripercorrendo la mia carriera, racconto come sono cambiato ma soprattutto quanto è cambiata la società in cui viviamo, la comicità, le parole e l’uso che se ne fa".

Quindi questo ’ventennio’ come è iniziato?

"Per la verità è iniziato molto prima. Da ragazzino facevo teatro e cantavo in chiesa. Ho fatto anche il catechista e con una famiglia molto cattolica alle spalle sono andato vicino a diventare un ’collega’ di Padre Pio".

Poi cosa è successo?

"Mi sono innamorato della comicità: al terzo anno in cui facevo l’animatore nei villaggi turistici, la mia capa mi chiese di fare uno sketch. E da quel momento la comicità è entrata nella mia vita".

Da quando ha iniziato, come è cambiata la comicità?

"Vent’anni fa non c’era internet e un giovane comico era un eccezione. Anche il rapporto con il pubblico era diverso, la gente non conosceva la stand-up comedy".

Oggi un comico cosa può e non può dire?

"Sono dell’idea che un comico, su un palco, durante lo show, possa dire tutto. E’ una forma d’arte. Il contesto è fondamentale".

Quali sono i suoi comici di riferimento?

"I colleghi del gruppo ’Satiriasi’ con cui abbiamo diffuso in Italia i contenuti della stand up comedy: Velia Lalli, Filippo Giardina, Giorgio Montanini, Francesco De Carlo, Saverio Raimondo, Mauro Fratini e Daniele Fabbri. I comedian di oggi sono tutti figli di ’Satiriasi’. Adoro stare con i colleghi, tanto che ho dato vita al ’Comedy Village’, la vacanza dedicata alla comicità stand up che per la quinta edizione potrebbe arrivare in Toscana".