
Pisa e i suoi tesori. Il Trionfo di San Tommaso ritrova l’antico splendore
Oggi alle 15.30 all’auditorium Toniolo di piazza dell’Arcivescovado a Pisa sarà presentato il restauro del ’Trionfo di San Tommaso’. L’opera, realizzata dal pittore della scuola senese Lippo Memmi nel 1323, è una tavola monumentale, manifesto della teologia domenicana, che glorifica il teologo dell’ordine Tommaso d’Aquino, che stava per essere, o era appena stato, canonizzato. Nel dipinto è raffigurato San Tommaso seduto al centro della composizione con in mano il trattato Summa contra Gentiles, coronato dagli Evangelisti, insieme a Mosè e San Paolo. Ai lati sono presenti Aristotele e Platone e ai suoi piedi il pensatore arabo Averroè. A coronare il quadro c’è una Maiestas Domini.
"L’importanza teologica di quest’opera – spiega monsignor Severino Dianich – si può vedere su due piani diversi. Uno grazie alla figura di un filosofo cristiano che ha segnato profondamente il pensiero ecclesiastico, perché Tommaso d’Aquino è diventato rapidamente il maestro fondamentale delle scuole di teologia. Il secondo motivo invece è dato dal termine ’Trionfo’ presente nel titolo dell’opera. La parola trionfo si relaziona a una battaglia, come quella avvenuta con Averroè, grande pensatore arabo di cui San Tommaso è stato studioso, che proponeva una filosofia, nonostante fosse un buon musulmano, di tipo quasi pagano: una visione radicalmente razionalista del mondo. La battaglia tra i due pensatori – continua il monsignore – è quella sulla concezione dell’origine del mondo, che per Tommaso deve avere una risposta provenienente esclusivamente dalla fede e dalla ricerca razionale che impone che Dio, liberamente, ha creato il mondo. Averroè invece aveva una visione dell’origine non come una creazione libera di Dio, ma una sorta di produzione meccanica dovuta dalla divinità creatrice. Una visione che il pensatore arabo attribuiva ad Aristotele ma ovviamente estranea alla fede biblica. Un punto di vista, quello di Averroè, – conclude monsignor Dianich – a lungo seguito da un forte movimento di teologi cristiani che riscontravano problemi di autenticità della fede. L’opera di San Tommaso ha agito proprio su questo punto: metteva sotto la lente di un’analisi razionale i dati della fede".
La presentazione del dipinto restaurato avviene nell’anno in cui si celebrano i 750 anni dalla morte di San Tommaso d’Aquino. Anche la scelta del luogo dove verrà esposto il quadro non è casuale, poiché nella Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria a Pisa, uno dei primi, più antichi e importanti conventi universitari e sede di uno "studio", ossia la versione antica di una facoltà universitaria, probabilmente San Tommaso è venuto a studiare, nel suo viaggio da Napoli a Parigi. Questi contenuti teologici, insieme a un’analisi storico artistica dell’opera, saranno presentati nel corso dell’evento di oggi, dove si terrà una tavola rotonda tra monsignor Dianich e Andrea De Marchi, professore ordinario di Storia dell’arte medievale all’Università di Firenze, che sarà coordinata dal professor Marco Collareta, ordinario di Storia dell’arte dell’Università di Pisa. All’evento parteciperanno anche l’arcivescovo di Pisa Giovanni Paolo Benotto e monsignor Francesco Bachi, che ha fortemente voluto e promosso gli interventi di restauro.
Mario Ferrari