
Piscina alle Bagnese ancora chiusa "Si potrebbe affidare ai volontari"
"La piscina non è solo un impianto sportivo, è anche un presidio sociale. Per impedire situazioni come quella che si sta verificando a Scandicci, la Regione dovrebbe intervenire sul piano normativo". A sostenere questa tesi è il presidente della Uisp provinciale Marco Ceccantini, dopo che per la seconda stagione consecutiva gli scandiccesi si ritrovano con la piscina delle Bagnese chiusa durante i fine settimana, ovvero in quei giorni in cui più che negli altri vi farebbero ricorso.
"Scandicci – dice Ceccantini – non è il primo caso dell’area metropolitana. Ma con queste modalità di affidamento delle gestioni, non sarà neanche l’ultimo. Credo sia opportuno l’impegno di tutti gli enti locali per stimolare la Regione sull’opportunità di legiferare sulle modalità di concessione degli impianti pubblici".
C’è però anche un tema di tenuta dei luoghi.
"Gli impianti sportivi pubblici sono di tutti. Quando vengono gestiti senza adeguata manutenzione è un problema che riguarda tutti, perché poi le strutture tornano in capo alla collettività che paga il ripristino coi soldi delle tasse".
Non va dimenticato però che anche la Uisp ha gestito la piscina.
"Sono passati molti anni da allora e per questo ho chiesto di intervenire. Quando lasciammo l’impianto, a seguito della gara indetta dal Comune, era il 2018. Avevamo appena speso 760mila euro per rifare gli spogliatoi. E con la nuova copertura fatta dal Comune era un impianto d’avanguardia. Il primo della regione sul ricambio d’acqua".
E ora?
"E ora non posso non essere stupito di fronte a quello che è successo. Non sono stati anni facili, ma una soluzione si potrebbe anche trovare".
E quale potrebbe essere?
"Le amministrazioni pubbliche hanno vari strumenti: legge regionale 65 che parla esplicitamente di coprogettazione e coprogrammazione del pubblico con il volontariato; che consentirebbe di fare un percorso condiviso con soggetti del territorio. L’attuale modalità dei bandi, alleggerisce il carico delle istituzioni, soprattutto dirigenti che hanno meno responsabilità su quello che viene fatto. Ma la prima scelta permette al contrario di favorire la gestione dell’impianto da parte di un soggetto locale che garantisca competenza".