
A Firenze torna Pitti Fragranze
Firenze, 10 luglio 2024 – Un profumo può fare rumore? E un’essenza può conciliare il silenzio? A queste domande cercherà di rispondere la 22° edizione di Pitti Fragranze in scena a Firenze, alla Stazione Leopolda, dal 13 al 15 settembre prossimo. Tutto avviene con l’installazione “The sound of fragrance” allo Spazio Alcatraz della Leopolda con questo progetto curato dalla giornalista esperta di beauty Paola Gariboldi con la content creator Susanna Macchia. Due percorsi per due esperienze innovative ed astratte che coinvolgeranno i visitatori di Pitti Fragranze che è organizzato una volta l’anno, sempre in settembre, da Pitti Immagine. Un sentiero sarà dedicato al silenzio, olfattivo e musicale, l’altro al suo opposto, al rumore nei profumi e nella musica. E si creeranno due fragranze, la Silence Fragrance firmata da Sonia Constant e la Noice Fragrance firmata da Cristiano Canali, con le musiche di Alessandro Meistro. Due sensi, olfatto e udito, agiranno insieme, tra profumi e musica, una tecnica che risale all’antichità e che ha trovato l’esaltazione spirituale fin dai tempi dei greci. Al salone specializzato nella profumeria artistica internazionale prenderanno parte 180 brand selezionati dal team di Pitti Immagine con uno scouting molto accurato. Il 76% degli espositori arrivano dall’estero e sessanta sono i nomi nuovi e i rientri in fiera, mentre i debutti assoluti sono 36.

“The Sound of Fragrance è innanzi tutto una colorata e floreale campagna Adv che esplora le corrispondenze e le implicazioni creative tra profumi e musica – spiega Francesca Tacconi, coordiantore eventi speciali di Pitti Immagine – e l’idea di campagna è ispirata al lavoro di un pittore fiorentino come Bartolomeo Bambi i cui capolavori sono custoditi nel Museo della Natura Morta della Villa Medicea di Poggio a Caiano, progettata da Giuliano da Sangallo per Lorenzo il Magnifico. Raffigura una composizione di fiori, fiori esuberanti, che tracimano dal vaso, hanno colori vividi, brillanti, le natura appare più viva che mai, rumorosa, fragorosa, si fa vedere, sentire, si impone allo spettatore come una musica. Di contro c’è il silenzio di certi fiori solitari, che si affacciano timidi come nelle composizioni di Francisco de Zarbaran, ma il suono di quei fiori è denso di significago ed è prezioso provare ad ascoltarlo. L’immagine – conclude Francesca Tacconi – è stata creata da Alessandro Gori, Laboratorium, riprendendo i fiori direttamente sul piatto di uno scanner”.