di Lorenzo Ottanelli
Un omaggio alle melodie di Lucio Battisti e alle parole di Mogol, uno show che li ha visti in giro per l’Italia negli ultimi dieci anni, in un successo di pubblico. Giovedì alle 21 al Teatro Cartiere Carrara torna il concerto-spettacolo ‘Canto Libero’. "Vengono a vederci intere famiglie – racconta Fabio ‘Red’ Rosso, frontman e creatore del gruppo –. A Firenze in prima fila c’è sempre una signora di 96 anni accompagnata dalla figlia di 75".
Battisti è immortale?
"Lo è certamente, come tutta la musica vera. Al contrario di quella di oggi, dove si cerca di sorprendere più con i personaggi, talvolta bizzarri. A vederci vengono tutti, giovanissimi e anziani".
È la vostra quinta volta a Firenze. Il pubblico non vi abbandona.
"Perché non siamo una tribute band come altre. Non vogliamo essere i cloni di nessuno. Il nostro è un omaggio curato nella musica. I pezzi sono riarrangiati ma in modo classico, mantenendo intatta l’originalità, grazie a Giovanni Vianelli. Le persone sono felici e tornano, tutto grazie a Battisti. A Firenze, poi, il pubblico è bellissimo, un po’ difficile, ma se lo conquisti ti ripaga".
Anche Mogol vi ha dato la sua ‘benedizione’.
"Lui è una persona sincera, so che se dice che abbiamo suonato come Lucio avrebbe voluto, allora è vero. Noi portiamo Lucio come era, dove la melodia fa da padrona".
Siete in tour da dieci anni e inanellate sold out. Com’è iniziato?
"Ero frontman di una band che faceva r’n’b. Poi mi sono chiesto: chi è l’artista più ‘nero’ che c’è in Italia? Voglio portarlo sul palco. Ed era chiaramente Lucio. Ci mettiamo una bella passione, che non ho mai trovato altrove".
Tanti giovani amano Battisti. Perché?
"Per cultura e insegnamento musicale. I genitori li vedono ascoltare rap e poi gli dicono: ascolta anche questo. E qui trovano le melodie vere. E poi come si può paragonare Tony Effe a Battisti?".