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Pochi, costosi e turistici La missione impossibile di trovare casa a Firenze "È un mercato impazzito"

Abbiamo cercato per un mese un alloggio, scontrandoci con una bolla immobiliare. Per le stanze l’affitto mensile è superiore ai 400 euro ed è in crescita del 7,2%. Laura Grandi del Sunia: "Anche fuori città il prezzo e la domanda sono cresciuti". .

Pochi, costosi e turistici La missione impossibile di trovare casa a Firenze "È un mercato impazzito"

Un mercato ‘drogato’. Troppo caro, con la domanda che supera l’offerta e un ventaglio di annunci molto spesso destabilizzante. È la bolla degli affitti immobiliari, che a Firenze da tempo complica la vita a lavoratori e studenti universitari. La Nazione ha infatti verificato, per più di un mese, quanto è diventata ardua la ricerca di un’abitazione per chi non è portatore sano di ‘turismo mordi e fuggi’. Secondo l’ultimo rapporto dell’agenzia Immobiliare.it, non c’è più un’alta e una bassa stagione quando si parla di stanze in affitto, e con un costo mensile superiore ai 400 euro (433 euromese per la precisione), in crescita del 7,2%, Firenze si piazza poco distante dall’inarrivabile Milano. Stessa storia per appartamenti, monolocali e bilocali: per i primi 20 annunci che abbiamo trovato in un famoso sito web, la media del canone di affitto richiesto superava rispettivamente i mille euro, i seicento e gli ottocento euro.

Bacheche delle università, portali specializzati, gruppi facebook, o il passaparola, la costante è una: gli appartamenti e le stanze, singole o in condivisione, sono sempre meno, a un costo sempre più alto e si rivolgono principalmente a una platea femminile. Per quest’ultima caratteristica, la spiegazione arriva direttamente da un locatore: "Le ragazze sono più affidabili, pulite e rispettose di un inquilino maschio". In più, per ben 7 visite su 10, il contratto non c’è, perché "per il proprietario sarebbe troppo dispendioso e complicata la registrazione".

Il mercato immobiliare di Firenze è quindi un misto tra quello di Milano e quello di Venezia: assomiglia al primo per i costi, e al secondo per la morfologia urbana che sta sviluppando, spingendo sempre più i fiorentini a trovarsi una residenza fuori dal centro storico. "Ma anche fuori città – spiega Laura Grandi, segretario generale del Sunia della Toscana – il prezzo degli affitti è cresciuto a dismisura come riflesso incondizionato della domanda sempre più crescente". La crisi è quindi di tipo verticale: "Non è più una questione legata al budget, che può essere minore in caso di un universitario – aggiunge Grandi –, bensì è diventato un tema legato alle leggi del business. Perché anche per un lavoratore, con stipendio, è difficile stringere un contratto di locazione in quanto il locatore guadagna di più dando la stanza o l’appartamento per una settimana a un turista che affittandolo mensilmente". Abbiamo tentato anche di fare breccia nel mercato dei bnb, provando a giocare la carta della stabilità contro la fatica di gestire un sistema a ’porta girevole’ con turisti che vanno e vengono, e offrendo agli host delle mensilità fisse forfettarie, garanzie e referenze, e chiedendo in cambio la registrazione di un contratto di locazione. La risposta, 10 volte su 10, è stata negativa.

Il Comune di Firenze, a tal proposito, sta tentando di mettere in campo una stretta per gli affitti brevi. Qualche giorno fa si è riunito ieri il tavolo tecnico tra la ministra del turismo Daniela Santanchè, il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, Dario Nardella e gli assessori delle grandi città principalmente interessate dal fenomeno. La ministra e gli amministratori locali hanno condiviso l’obiettivo di giungere al più presto alla formulazione di una proposta di legge che disciplini gli aspetti normativi delle locazioni brevi, e che tenga quindi in considerazione le molteplici necessità del territorio italiano. In particolare "quella di regolare i flussi turistici – ha spiegato a margine dell’incontro Nardella – e soprattutto gli affitti turistici brevi collegati alle piattaforme web, e quella di favorire la residenza nelle aree a maggiore sfruttamento turistico per riequilibrare residenza e turismo e per calmierare i costi sempre più crescenti degli affitti e degli immobili". Per Firenze è emersa anche la richiesta di estendere la cosiddetta ‘norma Venezia’ introdotta con un emendamento lo scorso anno "soprattutto per quel che riguarda la possibilità di limitare il numero di appartamenti che si possono affittare e stabilire anche dei tetti di giorni per ogni anno", ha concluso il sindaco.

Pietro Mecarozzi