Poderaccio senza pace. Riecco baracche e rifiuti

Il nostro viaggio nella nuova bidonville che sta sorgendo all’Argingrosso. Notato un frequente via vai di auto. L’insediamento è su un terreno privato. .

Poderaccio senza pace. Riecco baracche e rifiuti

Poderaccio senza pace. Riecco baracche e rifiuti

FIRENZE

È una maledizione quella del Poderaccio. Ogni proclamo di riqualificazione, si infrange costantemente contro la realtà: togli discariche, tornano discariche. Togli occupazioni abusive, tornano occupazioni abusive. Magari dieci metri più in là, ma sempre in quel fazzoletto di campagna di là dall’Argingrosso che i nostri vecchi chiamavano Sardigna con immeritato paragone alla bella regione insulare. È quella terra tra l’Arno e la Greve fin da tempi antichi abbandonata, palustre, malarica, usata come discarica e nascondiglio per ciò che non si voleva vedere in città o da chi in città non si voleva far vedere, gli ultimi degli ultimi. Oggi le baracche tornano a fioccare. Il campo nomadi è stato sgomberato ad agosto 2020, e al suo posto sorgerà il grande parco Florentia che collegherà le due sponde dell’Arno con una nuova passerella. Poi una fitta rete ciclopedonale, integrerà il parco con Cascine, Renai di Signa, Parco Fluviale di Lastra, ciclopista della Greve, Chico Mendez di San Donnino. Però questo sarà il futuro, se arriverà. Per adesso, i secoli sono passati, ma la maledizione che si porta addosso il Poderaccio no. In un campo di sterpaglie appena al di là della strada rispetto alla collinetta dell’ex campo rom, in via del Poderaccio all’angolo con via dell’Argingrosso, sta sorgendo una bidonville. Gli stessi occupanti poi vengono visti trafficare rifiuti. Qui infatti, fino ai primi di marzo c’era sudicio di ogni sorta proprio davanti a una fattoria didattica frequentata da bambini, come denunciammo in un servizio durante il quale già notammo via vai di stranieri. "Sono ricominciate a spuntare capanne da due settimane circa – racconta Antonio che spesso viene a passeggiare lungo l’argine – Da una son diventate due, poi tre. Lo avevano sgomberato prima della pandemia quel campo. E invece tra poco torna una baraccopoli". Un’occupazione per la quale il Comune fa sapere che ben poco può fare: si trova infatti a cavallo tra un’area demaniale e una privata, quindi Palazzo Vecchio non può chiedere lo sgombero. Ma il sospetto è che nella boscaglia in fondo al terreno la baraccopoli sia ben più estesa: da fondo di via del Poderaccio, una strada più che secondaria, infatti, ogni tanto arrivano macchine con autisti dai tratti balcanici, che si soffermano a guardare sospettosamente gli indesiderati cronisti.

Carlo Casini