Lisa Ciardi
Cronaca

Statue di Giannelli a Firenze, è polemica. Scontro tra critici e organizzatori, la Regione valuta la chiusura

L’installazione è stata attaccata dal direttore di Artribune, preso di mira dallo staff. Il caso arriva alla Camera con un’interrogazione. La giunta toscana ora pensa alla rimozione

Torna a Firenze Emanuele Giannelli con la mostra 'Giannelli. Il cielo sopra Firenze' (Ansa)

Torna a Firenze Emanuele Giannelli con la mostra 'Giannelli. Il cielo sopra Firenze' (Ansa)

Firenze, 7 marzo 2025 – Volano stracci sul “Cielo sopra Firenze”. E l’installazionedell’artista Emanuele Giannelli, visibile in piazza San Lorenzo e piazza Duomo, rischia di essere smontata prima della data prevista del 15 maggio. Al centro delle polemiche, che da ieri infiammano le chat di appassionati d’arte, politici e cittadini, non ci sono tanto le opere, ma quello che è successo dietro le quinte.

Ma andiamo con ordine. Il 19 febbraio The Watcher e Korf17, ovvero le statue alte cinque metri di alcuni uomini nudi intenti a scrutare il cielo con un visore, sono apparse nelle due piazze fiorentine. A presentarle, le istituzioni che hanno promosso e voluto il progetto “Il Cielo sopra Firenze”, ovvero l’Opera Medicea Laurenziana e la Regione. Come spesso succede, l’installazione ha generato un ampio dibattito. Fra apprezzamenti, critiche e battute goliardiche dei fiorentini, è arrivata la presa di posizione del direttore della rivista Artribune, Massimiliano Tonelli. “C’è un minestrone di scadente arte pubblica contemporanea ai piedi del Duomo - ha scritto -. A dir poco un pastrocchio. Una cacofonia di opere d’arte piazzate alla rinfusa nello spazio pubblico senza cura, dialogo, logica, senza rispetto né consapevolezza”.

Tonelli, nell’articolo, evidenzia l’eccessiva vicinanza delle opere di Giannelli alla scultura di Marco Lodola, anch’essa provvisoria. Ma critica anche la scelta dell’artista che, a suo parere, non avrebbe “i titoli per stare nel luogo straordinario” di piazza Duomo. Pareri duri, ma comunque nei limiti del sacrosanto diritto di critica di un giornale, a maggior ragione su un tema opinabile come l’arte. Insomma, niente che potesse scuotere la città.

Fino a ieri. Quando lo stesso Tonelli ha denunciato di aver ricevuto “insulti e minacce dagli organizzatori”. “Un caso più unico che raro, ma è successo davvero – ha spiegato -. Invece di rispondere spiegando le sue ragioni o chiedendo un diritto di replica, l’ufficio stampa della mostra di Giannelli ha recapitato alla nostra redazione una valanga di offese”.

E Artribune ha riportato con dovizia di particolari i testi di quella che hanno precisato essere conversazione whatsapp, con parolacce, offese e frasi del tipo “non finirà a tarallucci e vino, fallito che non sei altro”.

Apriti Cielo (sopra Firenze e non solo): Giannelli e la sua addetta stampa, sentiti dal nostro giornale, hanno preferito non commentare, ma intanto la polemica ha viaggiato alla velocità di un lampo, arrivando fino alla Camera.

“Qualcuno, come la rivista Artribune, ha osato rivolgere delle critiche – hanno dichiarato il deputato di Fdi, Alessandro Amorese, capogruppo in Commissione Cultura alla Camera, il capogruppo regionale Vittorio Fantozzi e la consigliera Sandra Bianchini, che sul tema ha presentato un’interrogazione -. Invece di rispondere spiegando le proprie ragioni, l’ufficio stampa della mostra ha iniziato una campagna di violenza verbale. Andremo fino in fondo nella denuncia di queste vicende. Per capire quanto si è speso e se Giani prende le distanze dai comportamenti dell’ufficio stampa di Giannelli”.

E la presa di distanza della giunta (che ha fatto sapere di non aver pagato per l’installazione) è arrivata già ieri. “La Regione – si legga nella nota - non entra nel merito delle valutazioni di natura artistica ed accademica. Preso atto delle affermazioni e dichiarazioni emerse sui mezzi di comunicazione, occorre precisare che queste nulla hanno a che fare con l’ufficio stampa della Regione. La Regione sta valutando di anticipare i termini di chiusura dell’esposizione temporanea delle citate opere”.