Firenze, 6 gennaio 2025 – A Firenze non tira una buonissima aria. Il 2025 si è aperto con uno sforamento piuttosto significativo in quanto a PM10, le cosiddette polveri sottili: 154 microgrammi al metro cubo di media giornaliera, oltre tre volte il limite consentito per la protezione della nostra salute. Il dato, rilevato da Arpat, si riferisce alla stazione di monitoraggio di via del Ponte alle Mosse che misura il livello di inquinamento sotto l’influenza, in maniera prevalente, delle emissioni provocate dai veicoli in strade con intensità di traffico medio alta.
Allargando il raggio all’ultimo mese si osserva che gli sforamenti di PM10 hanno raggiunto quota sei, lo stesso vale per l’altra stazione di monitoraggio urbana ad alta concentrazione di traffico, posizionata in viale Gramsci. Chiariamolo subito: l’inverno, ma soprattutto il periodo a cavallo dei mesi di dicembre e gennaio, è da sempre il momento più critico per quanto riguarda l’emissione delle polveri fini, perché fa più freddo e quindi si tende ad accendere più spesso il riscaldamento in casa, ma sono anche giorni di festa dove il traffico si intensifica in maniera consistente.
Lo scorso anno, nello stesso periodo di riferimento, i superamenti erano stati leggermente di più, ovvero nove per quanto riguarda la stazione di viale Gramsci. E considerando invece un anno intero? Il 2024 si è contraddistinto per 27 sforamenti totali. I mesi più inquinati sono stati gennaio (7 superamenti), febbraio (6) e dicembre (5). A ridosso del podio si collocano marzo e novembre con 3 sforamenti ciascuno, un solo caso oltre la soglia ad aprile, maggio e giugno. Un dato che se da una parte rassicura – il limite di riferimento è fissato per legge a 35 superamenti giornalieri massimi in un anno – dall’altra fa suonare un piccolo campanello d’allarme. Il numero sugli sforamenti delle particelle microscopiche presenti nell’aria che respiriamo e che sono nocive per la salute è infatti in aumento rispetto agli ultimi anni. Nel periodo della pandemia e del lockdown il dato era sceso in maniera consistente con 15 sforamenti nel 2020 e 7 nel 2021, con un dato ancora più basso nel 2022. Già nel 2023 però i valori rilevati in città dall’agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana sono tornati a salire con 26 sforamenti. Comunque niente a che vedere con gli anni più neri in quanto a inquinamento: nel 2009 furono 88 gli sforamenti – ben 53 oltre la soglia consentita – e nel 2008 addirittura 98, il dato più negativo degli ultimi due decenni. Numeri che ora sembrano un ricordo lontano. Ma il trend appare in crescita ed è sempre meglio tenere alta la guardia.