NICCOLÒ GRAMIGNI
Cronaca

Polveri sottili, più accessi in ospedale a causa dello smog: “Casi aumentati del 15%”

Lo studio del dirigente del reparto di Medicina e Chirurgia di Careggi: “Tra il 2019 e il 2022 al pronto soccorso sono arrivati oltre 300mila pazienti”

Firenze, 16 ottobre 2024 – L’aumento dei livelli di particolato nell’aria – le polveri sottili –, anche nel rispetto dei limiti delle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, può essere uno degli indicatori che conducono a un incremento del numero di pazienti che si recano al pronto soccorso. È una delle annotazioni contenute nella ricerca, presentata al Congresso europeo di medicina d’emergenza, è stata condotta dal dottor Nazerian Peiman, dirigente della Medicina e chirurgia d’urgenza e accettazione a Careggi.

“Ma non si dica che c’è un rapporto di causa-effetto perché è inesatto”, si affretta a spiegare Peiman.

Questo dell’inquinamento – aggiunge – è uno dei fattori, una delle misure che può essere presa in considerazione per stabilire i flussi nei pronto soccorso. Insieme ad altri fattori come la temperatura, la densità della popolazione, l’ora e il giorno della settimana. Da solo il parametro dell’inquinamento può essere significativo dal punto di vista statistico, ma non lo è dal punto di vista pratico: se io invece sommo tutti gli indicatori e quindi inquinamento, giorno, temperatura esterna allora posso ottenere qualcosa di utile a livello pratico, per registrare i vari flussi che ci sono nei pronto soccorso”.

Il traffico tra viale Spartaco Lavagnini e piazza della Libertà a causa del cantiere della tramvia (Foto Marco Mori / New Press Photo)
Il traffico tra viale Spartaco Lavagnini e piazza della Libertà a causa del cantiere della tramvia (Foto Marco Mori / New Press Photo)

Ad ogni modo definire che c’è un rapporto causa-effetto è eccessivo ma neanche si può dire che l’inquinamento non sia uno dei fattori dannosi per la salute. Nel dettaglio lo studio – che è stato fatto in collaborazione con Alessio Gnerucci dell’Università di Firenze – è stato fatto su pazienti ricoverati al pronto soccorso di Careggi tra il 2019 e il 2022, per un totale di 307.279 accessi.

Sono stati confrontati questi dati con quelli relativi ai livelli giornalieri di particolato di dimensioni inferiori a 2,5 micrometri (Pm2,5) e di particolato di dimensioni inferiori a 10 micrometri (Pm10) nei pressi degli indirizzi di residenza dei pazienti fino a 30 giorni prima dell’arrivo in pronto soccorso. Nel complesso è stato riscontrato un aumento dei pazienti giornalieri al pronto soccorso del 10-15% nei pochi giorni successivi all’aumento dei livelli di Pm2,5 e Pm10.

In particolare, nei giorni successivi all’aumento dell’inquinamento atmosferico sono aumentati i casi di traumi, difficoltà respiratorie e malattie della pelle. I casi di traumi legati all’inquinamento atmosferico riguardavano in genere i pazienti più giovani, mentre nei pazienti più anziani (oltre i 65 anni) erano più comuni le difficoltà respiratorie legate all’inquinamento. Spesso i traumi, è stato spiegato, sono incidenti stradali, probabilmente legati al traffico pesante che è anche responsabile di maggiore inquinamento dell’aria e quindi indirettamente responsabile del maggior numero di pazienti che presentano difficoltà respiratorie legate allo smog.

“Sono dati comunque utili – ha concluso Peiman -. Si può essere infatti in grado di stabilire i flussi del pronto soccorso con 1-2 giorni di anticipo”. In questa fase di difficoltà del sistema sanitario “prevedere” gli accessi al pronto soccorso può essere un bel vantaggio.