Lorenzo Ottanelli
Cronaca

Portachiavi simbolo della lotta alla violenza di genere, il progetto Conad per l’emancipazione

La campagna pubblicitaria accompagnata dallo slogan: “Saremo libere quando il rispetto avrà messo radici” si basa su un impegno doppio per aiutare le donne sia in Italia che in Kenya. Per ogni gadget acquistato 1 euro verrà donato a 40 associazioni che combattono la violenza

Un portachiavi contro la violenza sulle donne, la presentazione dell'iniziativa firmata Conad

Firenze, 19 novembre 2024 – Un portachiavi che è un simbolo di rispetto e di emancipazione. Un portachiavi creato dalle donne contro la violenza di genere, e infatti sul retro ha stampato il numero 1522. Ma il progetto di Conad Nord Ovest non si ferma qui. Perché il gadget che sarà acquistabile nei punti vendita della compagnia da giovedì a lunedì 25 novembre, la Giornata nazionale contro la violenza di genere, e che andrà a sostenere i centri antiviolenza, è stato fabbricato in Kenya dalla Tujikuze, l’azienda sociale creata dalle donne del luogo grazie all’impegno di EFI, la Ethical Fashion Initiative, organismo che è parte dell’Onu e del Wto.

Un progetto che Conad ha fortemente voluto e in cui ha fortemente creduto, con un obiettivo ambizioso: cercare di collegare le esperienze di vita delle donne di tutto il mondo verso un destino comune, l’emancipazione femminile, accompagnata dal rispetto e dalla lotta alla violenza di genere. Per questo l’azienda leader nella grande distribuzione ha deciso di affidarsi a Giulia Salemi per la comunicazione e la campagna pubblicitaria, che sarà accompagnata dallo slogan: “Saremo libere quando il rispetto avrà messo radici”.

Quello di Conad è anche un impegno doppio, che aiuta le donne sia in Italia che in Kenya. In Italia troverà la sua ragion d’essere grazie alla vendita del portachiavi. Perché, per ogni gadget acquistato nei negozi al prezzo di 2,90 euro, un euro verrà donato a 40 associazioni che combattono la violenza e in particolare Di.Re, Donne in Rete contro la violenza, che è partner dell’iniziativa. Ma è anche un impegno verso le donne keniote che hanno creato il gadget e che grazie al loro lavoro hanno potuto emanciparsi dalla dipendenza economica degli uomini. Sì, perché Tujikuze è un esempio, una cooperativa creata dalla donne con dipendenti sole donne, che hanno deciso di mettere su un business seguendo conoscenze e abilità pregresse, anche grazie a EFI che ha permesso loro di avere corsi di formazione sulla sicurezza sul lavoro e di management. È così che questo progetto ha dato lavoro a 1900 artigiane, che ora hanno un salario tale da potersi guadagnare da vivere e da sfamare i propri figli e che fino a oggi non era loro possibile. Un modo per contribuire all’emancipazione femminile di un mondo che è ancora molto legato al patriarcato e alla figura dell’uomo come unico componente della famiglia che può lavorare. Conad Nord Ovest è attivo in otto regioni italiane, tra le quali spiccano anche la Toscana e la Liguria.

Il progetto del portachiavi solidale è stato realizzato anche grazie al contributo dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo, che ha permesso la realizzazione e l’import in Italia. L’iniziativa è stata presentata oggi, 19 novembre, a Pitti Immagine a Firenze, con il direttore generale di Conad Nord Ovest, Marco Brambilla, il direttore del marketing dell’azienda, Maurizio Barsacchi, il fondatore di EFI, Simone Cipriani, la consigliera regionale di Di.Re Toscana, Elisa Forfori, insieme anche a Lilian Kahiro e Alex Mukumbi, in rappresentanza di Tujikuze.

“Noi di Conad siamo da sempre attenti alla responsabilità sociale. E per questo abbiamo deciso di appoggiare il progetto che è nato proprio a Pistoia grazie all’incontro con Simone Cipriani, che ci ha permesso di conoscere questa realtà del Kenya. Il portachiavi solidale rappresenta simbolicamente il nostro impegno a lungo termine per sostenere le donne, consapevoli che la libertà passa per il rispetto e per la costruzione di un futuro sostenibile”, ha detto Marco Brambilla, direttore generale di Conad Nord Ovest. “Questo incontro con Conad è stato importantissimo. Perché siamo attivi in Kenya da tempo e conosco le donne di Tujikuze dal 2009, ma in questi anni eravamo riusciti ad avere qualche partnership con la moda, ma solo per pochi pezzi. Conad, invece, è stato il primo grande investitore che ha permesso di cambiare l’impresa, tanto che con i proventi alcuni villaggi stanno creando nuove fabbriche e le donne si sono emancipate moltissimo”, ha detto Simone Cipriani di EFI.

“La collaborazione con Conad è oggi arrivata al terzo anno e continua a essere molto importante per Di.Re da diversi punti di vista” ha, infine, dichiarato Elisa Forfori, consigliera regionale per la Toscana di Donne in Rete contro la violenza. “L’aspetto economico è rilevante, perché la raccolta fondi ci consente di sostenere decine di organizzazioni, ma molto significativa è anche la possibilità di entrare in contatto con il pubblico di Conad, arrivando a moltissime donne che possono meglio conoscere la realtà dei centri antiviolenza”.