Firenze, 26 febbraio 2018 - È stato conferito il premio “Renata Borlone, donna in dialogo” 2018 all’astrofisico Suleima Baraka docente presso l’università Al – Aqsa (Gaza City), cattedra Unesco e collaboratore Nasa. In una cerimonia, organizzata presso l’Auditorium del centro internazionale di Loppiano, si è svolta questa giornata di lavoro incorniciata, nel pomeriggio, da un momento artistico.
Alle ore 12:00, presso il Santuario di Maria Theotokos, la Santa Messa presieduta dal Vescovo di Fiesole mons. Mario Meini. Il premio è stato conferito per «la passione mostrata nella ricerca scientifica, per la capacità etica manifestata nel proprio lavoro a favore delle giovani generazioni del suo popolo e nel testimoniare quanto la conoscenza scientifica e la ricerca etica siano unitariamente consoni e necessarie all’agire umano».
È questa la motivazione annunciata dal Prof. Sergio Rondinara, docente di Epistemologia e Cosmologia presso l’Istituto Universitario Sophia, nel corso della mattinata. È il prof. Rondinara stesso a presentare al folto pubblico la figura dell’astrofisico di origini palestinesi che nel corso della guerra ha perso suo figlio dodicenne a causa di bombardamenti.
Rientrato nel suo paese di origine, il prof. Suleiman, si dedicato alla ricerca, all’insegnamento e alla divulgazione con uno speciale obbiettivo: contribuire alla pace nel suo paese e nel resto del mondo. “Qui sta il carattere profetico del suo agire professor Baraka: ricordare a tutti noi - ha continuato il prof. Rondinara - che scienze ed etica non sono due sfere indipendenti dell’agire degli uomini e delle donne ma necessariamente ognuna ha bisogno dell’altra affinché il nostro agire sia autenticamente umano”. Un premio accolto con grande gioia dal prof. Suleiman che fin dall’inizio del suo intervento ha sottolineato come, sotto lo stesso cielo, siamo tutti fratelli. Un comune sentire ha introdotto il professore che si è così raccontato: “Purtroppo oggi i notiziari riportano solo statistiche di persone vittime di violenza. Per quanto mi riguarda sono cresciuto imparando a denunciare la violenza da qui la mia idea di un’astrofisica per la pace. Quando ho ricevuto la notizia della morte di mio figlio Ibrahim di 12 anni, in seguito ad un raid, sono stato determinato a far fronte alla paura per mezzo dell’educazione. Sono convinto che una miglior educazione fa guardare le persone di ogni fede in una sola direzione: l’astronomia ci fa vedere che tutti noi siamo una famiglia universale che condivide lo stesso cielo”. Un lavoro incredibile quello del prof. Suleiman, frutto di una volontà determinata e coraggiosa, che nel corso del suo intervento ha messo in luce l’affinità di intenti tra la figura di Renata e il suo agire. “Ogni storia ha un lato nascosto. - ha concluso -ed io cerco sempre di fare il mio lavoro in favore dell’umanità”.
Per l’occasione non sono mancate personalità e messaggi come quello del Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura Cardinal Gianfranco Ravasi, Maria Voce Presidente del Movimento dei Focolari, il Prof. Marco Bontempi del dipartimento di scienze politiche e sociali dell’università di Firenze ed il Dott. Giorgio Bianciardi Vicepresidente UAI Unione Astrofili Italiani. Tra le personalità presenti il Prof. Piero Benvenuti, Consultore del Pontificio Consiglio della Cultura e Segretario generale dell'Unione astronomica internazionale (Uai); Piero Coda Preside dell’Istituto Universitario Sophia; Salvatore dell’Atti compositore, musicologo, direttore d’orchestra, docente e direttore dell’Audioteca Poggiana; Odeh Amarneh addetto culturale dell’ambasciata palestinese presso lo Stato italiano; Giulia Mugnai Sindaco del Comune di Figline e Incisa Valdarno e Vincenzo D’Antò assessore alla Cultura del Comune di Civitavecchia, città natale di Renata Borlone.