FIRENZEOmicidio volontario, aggravato dai futili motivi e dalla crudeltà: con queste tremende accuse, si sono aperte le porte del carcere di Sollicciano per tre giovani, ritenuti le figure centrali dell’aggressione in cui ha perso la vita, all’alba di domenica 29 dicembre a Campi Bisenzio, il 17enne di Certaldo Maati Moubakir.
In esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del tribunale di Firenze, su richiesta del sostituto procuratore Antonio Natale, nel primo pomeriggio di ieri i carabinieri della compagnia di Signa e del comando provinciale di Borgo Ognissanti, sono andati a prelevare nelle case di Campi Bisenzio dove abitano con i genitori, Francesco Pratesi, 18 anni, Denis Mehmeti, 20, e Ismail Arouizi, 22. Figli di italiani il primo, di immigrati gli altri due, sono "gravemente indiziati di aver attivamente preso parte", dice un comunicato diramato dai carabinieri, alle almeno due fasi dello scontro culminato nell’omicidio del minorenne valdelsano, per cui sono complessivamente indagate sei soggetti, tutti del posto.
Intorno alle 5.30 del mattino, quando la discoteca “Glass Globe“ dove aveva passato la serata Maati era chiusa già da un po’, nei giardini di fronte alla scuola media Matteucci, sarebbe andato in scena il primo tempo dell’aggressione, accesa probabilmente da un apprezzamento rivolto a una ragazza.
Qui, alcuni dei sei indagati si sarebbero accaniti sul 17enne con dei bastoni, un casco e un coltello. Maati, già ferito gravemente anche da alcune coltellate alla schiena, sarebbe riuscito a scappare e salire su un bus che stava passando. Ma in questo momento immediamente successivo, secondo la ricostruzione dell’accusa, Pratesi lo avrebbe visto a bordo del mezzo pubblico, lo avrebbe tirato giù con la forza (a bordo del 30 è rimasta una chiazza di sangue), prendendolo per il collo ed i capelli, e, in strada, lo avrebbe finito con un’altra coltellata. Il tutto nell’indifferenza generale, un disinteresse che aggiunge dolore al dolore nei genitori della vittima.
"Com’è possibile che in quel pezzetto di strada nessuno abbia visto niente? Chi si è girato dall’altra parte ora dovrà rispondere, dare delle spiegazioni. Perché non sono intervenuti? Perché non hanno chiamato i soccorsi?", si chiedono, dopo aver appreso degli arresti, Silvia Baragatti e Farid Moubakir, la mamma e il babbo del 17enne soccorso sull’asfalto di via Tintori quando ormai non c’era più niente da fare.
Ieri, è stata effettuata anche l’autopsia, altro accertamento chiave nell’ottica della distribuzione delle responsabilità fra gli accusati. La coltellata mortale sarebbe stata inferta nella parte centrale del petto, vicina al cuore.
Stefano BrogioniAlessandro Pistolesi