Calenzano (Firenze), 28 maggio 2019 - «Ridateci la dignità»: hanno affidato il loro appello ad uno striscione sulle porte chiuse del punto vendita i dipendenti del Mercatone Uno di Calenzano che ieri hanno effettuato un presidio alla sede di via Caduti di Nassyria. I lavoratori del colosso dell’arredamento e di articoli per la casa, 55 negozi in Italia e 1800 dipendenti (31 a Calenzano) hanno saputo del fallimento dell’azienda attraverso Facebook e messaggi sul telefono arrivati in nottata: «Speriamo possa essere invalidato l’accordo che, un anno fa, ha portato all’acquisizione della Srl Shernon Holding dei punti vendita Mercatone Uno e su cui evidentemente non c’è stata una vigilanza - ha spiegato Pina Di Riso, Rsa Cisl a Calenzano -. Non ci interessa di chi sia la colpa, ci interessa il posto di lavoro. Siamo anche preoccupati per i tanti clienti che non potranno ritirare la merce ordinata e in parte già pagata». «La speranza - ha sottolineato Giovanni Vangi, Filcams Cgil - è che i commissari controllino davvero, cosa che qualcuno non ha fatto fino ad oggi. Non staremo a guardare: speriamo che dall’incontro (ieri, ndr) al ministero dello sviluppo economico possano uscire novità positive ma, se così non fosse, siamo pronti ad ogni tipo di protesta». Al confronto di ieri al Mise ha partecipato una delegazione di lavoratori calenzanesi: il ministro Di Maio si è impegnato ad attivarsi per ottenere dal Tribunale di Milano la retrocessione in amministrazione straordinaria dell’azienda per attivare la cassa integrazione con decorrenza al giorno del fallimento. Il 30 maggio confermato un tavolo tecnico con i creditori di Shernon Holding. Ieri a portare solidarietà ai lavoratori sono arrivati anche il sindaco Alessio Biagioli e i due candidati sindaci Riccardo Prestini e Marco Venturini.
CronacaMercatone Uno, presidio dei lavoratori: «Salvate i nostri posti»