PriviteraCome la tela di Penelope. Si fa e si disfa. O almeno si tornano a mischiare le carte in un’incessante opera di pretattica che finisce per confondere le acque. L’ultimo lancio di candidatura codificata arriva dal centrodestra anche se era già nell’aria dopo l’uscita dell’europarlamentare Susanna Ceccardi di pochi giorni fa che già parlava chiaro su quali erano le intenzioni: in corsa per il Carroccio c’è la consigliera regionale Elena Meini. Dunque ancora le bocce sono tutt’altro che ferme nonostante il quasi candidato di Fratelli d’Italia Alessandro Tomasi sia già in campo tra incontri e trasferte. E non sono ferme per due motivi. Il primo: ancora non si sa neanche quando si andrà alle urne per il voto regionale, appuntamento che ondeggia tra l’autunno prossimo e la primavera del 2026. Il secondo: il tavolo nazionale al quale le forze del centrodestra dovranno decidere chi prende le candidature è di là da venire. Anche perché in ballo ci sono le scelte da fare in altre regioni di peso come la Campania, con il pendente ricorso alla Consulta sul terzo mandato, e il Veneto, con l’incertissimo dopo Zaia. Quindi c’è tempo per la pretattica, come in Toscana. Ognun per sé – seppur con toni distesi e concilianti per evitare strappi – in attesa di arrivare a sedersi al famoso tavolo nazionale alzando nel caso il prezzo per eventuali rinunce. E si allungano i tempi anche per il "cantiere" del centrosinistra che dovrebbe sciogliere i nodi delle alleanze e sancire – con tante gatte ancora da pelare – chi sta dentro con il Pd nel campo larghino, largo o larghissimo, si vedrà. Un’altra tela di Penelope. Che i tempi saranno lunghi lo ha confermato ieri a Firenze a fianco di Elly Schlein il deputato Pd Marco Furfaro: "Le regionali sono fra molti mesi... Senza tentennamenti però sul bis di Eugenio Giani. Lui fa parte di tutte le decisioni che prenderemo assieme, fa parte della squadra e insieme a lui decideremo il futuro di questa Regione".
CronacaPretattica come la tela di Penelope