REDAZIONE FIRENZE

Prima rassegna sulle "Donne del cielo: da muse a scienziate"

La mostra "Donne del cielo: da muse a scienziate" a Firenze celebra il contributo femminile alla ricerca astronomica, con opere scientifiche, letterarie e strumenti antichi. Un'occasione unica per scoprire storie di donne pioniere nel campo della scienza.

Prima rassegna sulle "Donne del cielo: da muse a scienziate"

Ci sono astronome che hanno contribuito a rivelare il volto dell’universo, come Maria Clara Eimmart, e altre, come le cosiddette "donne computer" che, invisibili alla comunità scientifica, hanno fornito un contributo inestimabile alla comprensione dell’universo. A questa "costellazione" tutta al femminile, che hanno difeso il valore della parità di genere in ambito scientifico, è dedicata "Donne del cielo: da muse a scienziate", prima mostra in Italia sul ruolo delle donne nella ricerca astronomica, dal Rinascimento al Novecento. L’esposizione, con la curatela di Natacha Fabbri, Caterina Guiducci e Simona Mammana, si articola in sette sezioni muovendosi tra arte, letteratura e scienza. Ideata dal Museo Galileo, è organizzata con la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, dove saranno esposte, in Sala Dante fino all’8 giugno, le opere scientifiche e letterarie con le immagini femminili che ricorrono nelle rappresentazioni del cosmo, oltre a sette grandi tele dell’artista Ilaria Margutti, ispirate al lavoro dell’astronoma Henrietta Leavitt. Attingendo al ricco patrimonio della Nazionale, l’esposizione presenta opere scientifiche, letterarie e cartografiche che rivelano la presenza di interlocutrici e autrici femminili in testi caratterizzati dall’associazione tra donne e sfere celesti. Creano un dialogo inedito con strumenti scientifici, alcuni provenienti dal Museo Galileo e molto rari, come i tre preziosi globi celesti e terrestri in miniatura della fine del settecento, o gli strumenti astronomici di fattura italiana, inglese e francese.

Esposti anche due manoscritti sull’uso del telescopio da parte della regina di Francia Maria de’ Medici e di Margherita Sarrocchi, che difese pubblicamente la veridicità delle novità celesti rivelate da Galileo. Otto video, fruibili tramite QR code, illustrano i temi principali della mostra. C’è poi una biblioteca digitale tematica. A ingresso libero, è visitabile dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 17, e il sabato dalle 10 alle 13.

Maurizio Costanzo