stefano brogioni
Cronaca

Processo Forteto, esplode un nuovo caso: il tribunale ‘affidò’ minori alla comunità anche dopo l'arresto di Fiesoli

Presidente del collegio era il giudice Maria Cannizzaro, la stessa che poi avrebbe 'ricusato' il giudice Bouchard

Rodolfo Fiesoli, fondatore della comunità 'Il Forteto'

Rodolfo Fiesoli, fondatore della comunità 'Il Forteto'

Firenze, 2 agosto 2014 - IL 19 GIUGNO del 2012, e cioè sei mesi dopo l’arresto del profeta Rodolfo Fiesoli, il giudice Maria Cannizzaro, all’epoca in forza al tribunale dei minori, è la presidente di una camera di consiglio, composta da un altro collega e da due giudici onorari, che conferma l’affidamento di due minori presso due “coppie” che vivono dentro la comunità del Forteto. Dunque anche dopo l’arresto del Fiesoli, e dopo le contestazioni in quel momento già note e rilanciate dagli organi di informazione, di violenze sessuali e maltrattamenti, il tribunale dei minori continuò ad affidare i ragazzini alla struttura mugellana. Anche se, da quello stesso provvedimento, si sottolineano certe anomalie “tollerate” nell’interesse dei bambini: «dall’istruttoria emerge — si legge — che una coppia in realtà non è una vera e propria famiglia, ma trattasi di due singoli cui i bambini, non si sa da chi, come e perché, sono stati di fatto affidati».  E’ una delle tante “famiglie funzionali” spuntate nel corso del processo che oggi rischia di ricominciare da capo dopo la ricusazione del giudice Marco Bouchard. Il “padre”, è emerso dalle udienze, veniva chiamato dai bambini “la fidanzata del Fiesoli”, per via della sua abitudine di dormire nella stanza del profeta. Dunque, chi firmò quell’atto, nutriva quanto meno fiducia nel Forteto. 

Una fiducia che andava oltre gli interrogativi che un’inchiesta giudiziaria, deflagrata come una bomba nel dicembre del 2011 con l’arresto del guru Fiesoli, poneva; che andava oltre le vecchie condanne del profeta e del suo braccio destro Luigi Goffredi; e andava oltre pure alla sentenza della corte europea sui diritti umani violati al Forteto. Un altro giudice di quello stesso tribunale, tra l’altro, adottò un diverso metro di giudizio e, all’indomani degli arresti, si adoperò per togliere — riuscendoci, dopo qualche mese — un minore in affido.

Due anni dopo quell’ordinanza, il giudice Cannizzaro, nel frattempo passato alla corte d’Appello, si è trovata nuovamente di fronte il Forteto. Nella fattispecie, una richiesta di ricusazione presentata dai legali di Fiesoli per il comportamento in aula del collega Bouchard. Istanza accolta, tra mille polemiche tutt’altro che sopite, compresa quella sulla presenza, nel collegio che ha giudicato Bouchard, di una toga che aveva già avuto a che fare con la comunità del profeta.  Doveva astenersi? Secondo chi pensa di sì, il suo comportamento potrebbe costituire sulla base di una normativa del 2006 un’ipotesi di responsabilità disciplinare, relativa all’obbligo/facoltà di astenersi del giudice. 

stefano brogioni