Processo Open, Renzi in udienza a Firenze: “Io ne uscirò con fedina pulita, il pm Turco non so”

Il leader di Italia Viva è fra gli imputati con l'accusa di finanziamento illecito ai partiti

Firenze, 12 maggio 2023 – Matteo Renzi  stamani era al palazzo di giustizia di Firenze per l'udienza del processo Open in cui è fra gli imputati con l'accusa di finanziamento illecito ai partiti. Prima di entrare in aula si è soffermato con i cronisti che lo attendevano davanti all'aula 28 dopo si tiene l'udienza davanti al gup Sara Farini.

Il leader di Italia Viva ha detto ai giornalisti: “Come tutti i bravi cittadini mi trovate qui (a Firenze, ndr) a difendermi nel merito. Ma dopo cinque anni posso dire che siamo alla fine. Io uscirò da questo processo con la fedina penale pulita. Non sono sicuro che la stessa cosa avverrà per il Pm Luca Turco”. 

"Questa inchiesta è stata disintegrata dalla Cassazione", ha aggiunto riferendosi al sequestro dei dispositivi di Marco Carrai annullato dalla Suprema Corte, "in un Paese normale qualcuno dovrebbe scusarsi invece si va avanti". Riguardo alle denunce contro il pm Luca Turco, presentate a Genova, Renzi ha aggiunto che "le denunce non sono state archiviate come tutte le altre. E' il segno che qualcosa si muove. Ormai sono cinque anni che siamo dietro a questa vicenda, torno ogni volta da bravo cittadino a difendermi nel merito ma dopo cinque anni posso dire che siamo alla fine. Entro breve ci sarà come minimo la prescrizione". 

Renzi sulla denuncia del consigliere comunale di Fratelli d'Italia, Alessandro Draghi

Non è mancata un commento da parte del leader di Italia Viva sulla denuncia del consigliere comunale di Fratelli d'Italia, Alessandro Draghi, che ieri, giovedì 11 maggio, si è incatenato per protesta davanti al comando della polizia municipale fiorentina per il sospetto di presunte cancellazione di cinque multe da parte di un politico di Palazzo Vecchio. “Al netto della vicenda dell'incatenamento del consigliere comunale Fdi Draghi, non voglio credere che un assessore abbia tolto le multe a un parente. Se davvero questo fosse avvenuto senza un motivo giuridicamente plausibile sarebbe un fatto di una gravità incredibile» che «richiede le dimissioni dell'assessore e del comandante della polizia municipale. Questo se ciò che Draghi denuncia è accaduto, se ciò non fosse avvenuto meglio, io spero che sia così». Ha detto Matteo Renzi, rispondendo ai cronisti. «Non ho seguito la vicenda - ha aggiunto Renzi - ma immagino che ci sarà un'indagine della procura, se fosse vero quello che ha detto il consigliere comunale Draghi, che io personalmente non conosco e non so chi sia». 

Renzi è accusato di finanziamento illecito ai partiti in concorso con l'ex presidente della Fondazione Open, Alberto Bianchi, e i componenti del cda, tra cui Lotti, Carrai e Boschi. Sui conti della Fondazione Open, secondo le accuse della Procura formulate dai pubblici ministeri Luca Turco e Antonino Nastasi, sarebbero transitati 3,5 milioni di euro violando la legge sul finanziamento ai partiti. A Lotti viene contestato anche un episodio di corruzione.

L'udienza preliminare sulle presunte irregolarità del finanziamento alla Fondazione Open proseguirà il prossimo 22 settembre, poi andrà avanti il 6 ottobre e il 10 novembre.

Nel mezzo, il prossimo 7 giugno, la Corte Costituzionale, dovrà decidere sul conflitto di attribuzione tra Senato e procura di Firenze, stabilendo se i magistrati del capoluogo toscano hanno violato i diritti di parlamentare del senatore, senza chiedere l'autorizzazione preventiva di Palazzo Madama, allegando agli atti dell'inchiesta e-mail e chat.

Il gup Sara Farini oggi ha accolto due delle undici eccezioni sollevate finora dalle difese, dichiarato inutilizzabili alcune intercettazioni telefoniche e i documenti estrapolati dai dispositivi informatici sequestrati a Marco Carrai.

Sono state respinte le eccezioni di incompetenza territoriale e funzionale. Il gup ha rigettato anche la richiesta di sequestro avanzata dalla procura della documentazione estratta da telefoni di Carrai, sottoposti a sequestro poi revocato in via definitiva dalla Corte di Cassazione. Per il giudice la richiesta non può essere accolta perché i dispositivi sono stati restituiti a Carrai e la procura di Firenze, su disposizione della Suprema Corte, ha distrutto le copie e i supporti informatici di cui era in possesso.

La difesa di Matteo Renzi presenterà ulteriori eccezioni nelle prossime udienze. Intanto, a Genova il gip ha respinto la richiesta di archiviazione della denuncia per falso ideologico in atti pubblici presentata da Marco Carrai nei confronti del procuratore aggiunto di Firenze Luca Turco e ha disposto altri quattro mesi di indagini.

Al centro dell'inchiesta, c'è la trasmissione di alcuni atti del procedimento Open dalla procura fiorentina al Copasir, avvenuta un mese dopo che la Cassazione aveva revocato in via definitiva il sequestro di quei documenti e ordinato la restituzione all'imprenditore fiorentino. Renzi e Carrai presentarono un esposto per abuso d'ufficio e fu archiviato dal tribunale di Genova.

La difesa di Carrai ha presentato un altro esposto per falso ideologico: Turco avrebbe trasmesso al Copasir un'informativa «contenente l'esito dei reperti informatici nonostante avesse nominato un consulente per la cancellazione di tutte le copie forensi e di quella assegnate alla polizia giudiziaria». Un verbale falso, secondo la difesa Carrai, perché il procuratore aggiunto avrebbe trattenuto una copia dei reperti.