Processo Open, la procura chiede l’autorizzazione per le chat. Renzi: “Avevamo ragione noi”

Nuova udienza a Firenze. Depositata una memoria al Gup per domandare al Parlamento di poter utilizzare le conversazioni tra i parlamentari indagati

Firenze, 22 settembre 2023 – È iniziata con una stretta di mano tra Matteo Renzi e il pm Luca Turco l'udienza del processo Open. Il leader di Italia Viva e il magistrato a cui non ha mai risparmiato critiche per la gestione del procedimento si sono ritrovati accanto nel grande atrio del palagiustizia e lì si sono salutati prima di entrare in aula, interdetta al pubblico.

Tra le questioni all'ordine del giorno, tiene banco ancora l'utilizzo di chat e conversazioni, su cui si è già espressa, in favore dei parlamentari indagati, anche la Consulta. Renzi non ha rilasciato dichiarazioni prima di entrare in aula. L'ultima udienza si era svolta il 12 maggio.

A luglio la Corte costituzionale aveva stabilito che i pm non potevano acquisire, senza preventiva autorizzazione di Palazzo Madama, messaggi email e whatsapp del parlamentare Matteo Renzi, o a lui diretti, conservati in telefoni, pc e tablet sequestrati a terze persone. Quei messaggi sono stati ritenuti, infatti, “corrispondenza” del parlamentare, coperta dalle garanzie costituzionali, e non più documenti.

Per questo la procura di Firenze ha depositato una memoria al gup, Sara Farini: si chiede l'autorizzazione alla Camera e al Senato per l'utilizzo delle conversazioni tra il senatore Matteo Renzi, la deputata Maria Elena Boschi e l'ex deputato Luca Boschi nell'ambito del processo dove sono indagati per il presunto reato di finanziamento illecito dei partiti. “I principi su cui si basa la richiesta sono condivisibili, analizzeremo le motivazioni”, commenta la professoressa Paola Severino, avvocato di Maria Elena Boschi.

Di questo ha parlato anche lo stesso Renzi all’uscita dall’aula: "E' successo che dopo 4 anni da una mia lettera al procuratore Turco in cui avevo espressamente chiesto di procedere rispettando la Costituzione, il procuratore Turco si e' accorto che avevamo ragione. Ci hanno messo 4 anni per arrivare alla conclusione a cui sarebbero potuti arrivare semplicemente rispondendo alla mia lettera del 2019". Aggiunge Renzi: "Chi segue questo processo si rende conto che è in corso una incredibile vittoria della legalità. Ma la legalità la stanno difendendo e portando avanti le difese e non i pm. Per utilizzare un termine calcistico anche oggi due a zero per noi" ha concluso.

L'udienza è stata aggiornata al 6 ottobre, quando le difese degli imputati presenteranno al giudice le controdeduzioni alla memoria depositata dal pm Turco. Con questa richiesta la procura si è adeguata alla recente pronuncia della Corte costituzionale. Spetterà al Gup accogliere o meno la richiesta della Procura e valutare se esistono ancora le condizioni per richiedere alla Giunta delle autorizzazioni di Camera e Senato del sequestro della corrispondenza di Renzi, Boschi e Lotti già finita agli atti dell'inchiesta.