Firenzuola (Firenze), 13 novembre 2024 – A Firenzuola ha suscitato dolore profondo e sconcerto l’improvvisa scomparsa di Luciano Ardiccioni. Perché era figura nota e impegnata, lui professore di filosofia che negli ultimi venti anni aveva scelto Firenzuola come luogo del cuore, della sua azione sociale, culturale e politica. E poi per il modo terribile che l’ha portato alla morte. Ardiccioni ha lottato per una settimana, ma non ce l’ha fatta. Troppo gravi ed estese le ustioni, causate da un incendio scoppiato nella sua casa fiorentina, in via Susini. Non si conosce con esattezza la causa, forse un corto circuito, forse una sigaretta: il materasso del letto dove dormiva Ardiccioni si è incendiato e l’uomo è stato avvolto dalle fiamme. Il figlio, al piano superiore, ha sentito del fumo, si è precipitato in camera, e ha cercato di strappare dal letto il genitore. L’incendio si è propagato, e anche il figlio, nel tentativo di salvare il padre, si è ustionato, ma in modo meno grave. Per Luciano Ardiccioni, lo hanno riscontrato subito i sanitari, la situazione era invece disperata: ustioni di terzo grado sul 60 per cento del corpo, in particolare su schiena e gambe. Ed è stato ricoverato al centro Grandi Ustionati di Pisa, dove è spirato lunedì sera. Era sicuramente un uomo poliedrico e di grande cultura. Aveva scritto manuali di filosofia, effettuato ricerche di storia locale – si occupò anche dell’attività degli antichi coltellinai di Scarperia-, e poi, nel 2004, si gettò nell’impegno politico, a capo di un gruppo civico di sinistra e della lista “Per un’altra Firenzuola”.
Lui ne fu il candidato sindaco, e poi sedette in consiglio come capogruppo di opposizione. “Delle battaglie politiche assieme a Luciano – ricorda Scarerlli - porto uno ottimo ricordo, un uomo dalla grande dialettica, preciso, puntuale e pungente su ogni argomento, senza peli sulla lingua, ma disponibile all’ascolto, al confronto e alla condivisione, un innovatore per quel periodo, quando con i “social” ancora da venire, fece scuola con i suoi comunicati stampa e notiziari. Da lui ho imparato molto”. Il suo amore per Firenzuola rimase, e lo concentrò nella ricerca storica, soprattutto sul periodo del fascismo e della seconda guerra mondiale. Prima curò uno dei libri migliori sulla storia del passaggio della Linea Gotica “Firenzuola attraverso la guerra”, poi collaborò alla pubblicazione di un diario di un ebreo che fu salvato da due famiglie firenzuoline.
“Fui fortunato - racconta Ermanno Smulevich – desideravo pubblicare il diario di mio padre, ma anche ricostruire il contesto storico locale, e con Luciano furono cinque anni di lavoro intensissimo: aveva una preparazione culturale e storica e un rigore metodologico assoluto”. E Ardiccioni fondò con Rosanna Marcato e altri i Cittadini in difesa del Santerno: “Ci mancherà tanto – lo piange Marcato -, mancherà la sua gentilezza, la profondità, la grande cultura, l’intelligenza lucida, la capacità di comprendere l’animo umano ed essere ‘alla mano’ con tutti, disponibile e generoso”.