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Cronaca

Corteo, i prof del Da Vinci: “Orgogliosi della nostra preside”

Tantissimi studenti alla manifestazione. “Bisogna essere sempre antifascisti”, dicono i ragazzi

La delegazione del Da Vinci alla manifestazione di Firenze

La delegazione del Da Vinci alla manifestazione di Firenze

Firenze, 4 marzo 2023 - C’è anche la dirigente Annalisa Savino al maxi-corteo in difesa della scuola pubblica e della Costituzione. “Io non sono indifferente”, si legge nel cartello che lei ed altri colleghi si sono appesi al collo. Sfilano con lo striscione del liceo scientifico Leonardo Da Vinci. Ci sono studenti e insegnanti. “La lettera della nostra preside è bellissima. Andrebbe stampata a caratteri cubitali ed affissa ad ogni angolo”, dicono i suoi ragazzi.

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“Siamo orgogliosi della nostra preside - le parole dei docenti del Da Vinci -. E’ qui con noi. La sosteniamo con convinzione”. Ma c’è anche chi, come Pietro, sempre dello scientifico Da Vinci, ha una posizione un po’ diversa: “La preside doveva fare molto di più. Non basta una circolare per fermare il fascismo. Certo, non ha fatto male. Ma non è sufficiente. Valditara? Deve solo dimettersi”. “E’ giusto essere antifascisti, sempre - afferma Andrea, che frequenta l’ultimo anno al Michelangiolo -. Quella che è avvenuta davanti a scuola nostra è stata una aggressione di stampo squadrista. La violenza va sempre e comunque condannata. Togliere la parola non è democratico”.

Quando dal palco di Santa Croce la preside Savino viene citata ecco che scatta l’applauso, sincero. Una fiumana di persone ha attraversato il centro di Firenze. Dalla Santissima Annunziata a Santa Croce, un serpentone che da tanti anni non si vedeva nel capoluogo toscano. Molti studenti delle scuole e dell’Università, famiglie anche con bimbi piccoli. Conquistano la simpatia di tutti i ragazzini della primaria che, davanti al liceo Michelangelo, proprio dove è avvenuto l’assalto squadrista che ha dato il là al movimento di protesta, saltano con in mano lo striscione: “A scuola nessuno è straniero”.

“Non è stato semplice guardare quel video. Dobbiamo interrogarci tutti su come viene gestita la partecipazione alla vita pubblica degli studenti”, dice Kleoniki, ex studentessa del Michelangelo. Sofia studia all’Università: “Bella quest’altissima partecipazione al corteo. E’ importante manifestare perchè quello che è successo è gravissimo. Una risposta forte era doverosa”. “Non ho il merito di studiare. Ho il diritto”, si legge in uno dei tantissimi cartelli. Sventolano le bandiere della Cgil, della Cisl, della Uil. E poi i partiti, in primis il Pd. Ancora, Anpi e Arci. Tante volte viene intonata Bella ciao. E poi un gruppo che sfila attorno ad una maxi bandiera della pace, gli studenti che si sono pitturati la faccia per esprimere anche così il loro “dissenso verso ogni rigurgito di fascismo”. “Alcuni ci davano per 50mila ieri. Oggi siamo molti, molti di più. Una marea che non si vedeva da tempo”: così Rossano Rossi, segretario generale Cgil Toscana.

“La nostra preside - scandisce Duccio Ziliotto, rappresentante del Da Vinci, - ha scelto di non restare ferma di fronte all’indifferenza. Chi dice che la lettera è uno strumento di propaganda, si scorda del fatto che l’antifascismo dovrebbe essere un valore, che a volte viene calpestato, come nel caso della lettera bruciata”. “Ricordiamoci che l'Italia ha attraversato il momento più buio nel ventennio fascista, non possiamo permettere che eventi come quelli del Michelangiolo muoiano nell’indifferenza. Siamo stanchi di assistere a un antifascismo di facciata che si vede solo il 25 aprile, e di una classe politica che non ci rappresenta. Noi studenti dobbiamo combattere con le idee e con la cultura e far sentire la nostra voce, come oggi. Senza aver paura di scendere in piazza”. Sfilano i ragazzi del Miche, dietro lo striscione “Michelangiolo antifascista”.

E ancora il comprensivo Verdi, il Salvemini-Duca d’Aosta, i presidi toscani e gli universitari. In piazza anche Priorità alla scuola, che chiede le dimissioni dei ministri Piantedosi e Valditara. Uno studente dal palco: "Chiudere Casaggì e CasaPound”. E Maria Rosaria Tangocci, della Rsu del classico Galileo: "Abbiamo sentito dire da esponenti del governo che è stata una rissa tra ragazzi. Non è vero. Ringraziamo la preside Savino e gli altri dirigenti scolastici che hanno condannato i fatti. Vogliamo una scuola libera. Educazione è tirare fuori dai ragazzi i loro talenti”.