REDAZIONE FIRENZE

Progetto Uomo fra storia e profezia

Don Giacomo Stinghi, prete di lotta e di governo, ha iniziato una missione per aiutare i giovani tossicodipendenti. Domani a Firenze si terrà un convegno per riannodare i fili della solidarietà e superare la povertà educativa. Una giornata di riflessione per ricordare l'insegnamento dei preti di strada.

Nel 1980 don Giacomo Stinghi, per incarico del cardinale Giovanni Benelli, arcivescovo di Firenze, avviò una missione altamente drammatica per il recupero di giovani tossicodipendenti. Per molto tempo questo centro fu collocato in via de’ Pucci al numero 2. Don Giacomo Stinghi oggi ha 89 anni. Prete vero, come quelli che piacciono a papa Francesco, si potrebbe definire un sacerdote di lotta e di governo, pronto a far tutto per aiutare la gioventù vittima degli spacciatori di droga, ma al contempo obbedientissimo alla gerarchia della Chiesa cattolica. Un tipo di prete che, a sorpresa, gli ultimi Papi ci hanno abituato a creare cardinali. Domani, alla Comunità San Michele, si terrà una giornata di riflessione e di studio intitolata Progetto uomo, ispirata anche al lavoro di don Stinghi e di alcuni suoi confratelli, come don Mario Picchi e don Luigi Ciotti, benemerito fondatore di Libera, l’associazione che combatte contro mafia e malaffare.

Questo convegno ha lo scopo di riannodare i fili della solidarietà fiorentina verso chi ha bisogno di quasi tutto. Uno spirito di solidarietà che in questi tempi, dove l’ego iperpersonale trionfa nella vita quotidiana di uomini e donne, si sta piano piano perdendo. Il Centro di solidarietà di Firenze, presieduto dal professor Alessandro Viviani, ha in programma di impegnarsi concretamente su due temi cari anche al cardinale Matteo Maria Zuppi, che parteciperà all’incontro insieme all’arcivescovo di Napoli Mimmo Battaglia: superare la povertà educativa e le nuove dipendenze mass mediatiche e tutti gli altri vizi che umiliano dignità umana. Speriamo bene.

A Firenze, città turistica, dove tutto ormai è basato sul business dei ristoranti, dei bar e degli alberghi, il posto riservato alla solidarietà e alla misericordia, è diventato meno evidente. Alcuni laici, cattolici e non, ricominciano a muoversi, ispirandosi al magistero di quei preti di strada dal cui insegnamento ha origine il convegno che tenterà di sviluppare la road map della solidarietà nella nostra città, i cui lavori saranno conclusi dal cardinale Giuseppe Betori.